Il cielo del mese in Brianza: Agosto

6 agosto 2014 | 00:00
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Il cielo del mese in Brianza: Agosto

In questo mese cercheremo di guidarvi all’osservazione di qualche oggetto del cielo profondo con l’utilizzo di un semplice binocolo.

In questo mese cercheremo di guidarvi all’osservazione di qualche oggetto del cielo profondo con l’utilizzo di un semplice binocolo.

Gli oggetti “deep sky” (letteralmente in italiano “cielo profondo”) possono essere ammassi di stelle o nebulose che giacciono al di fuori del nostro sistema solare, ma all’interno della nostra galassia; o addirittura altre galassie distanti milioni di anni luce.

Iniziamo comunque come per tutti gli altri mesi con un elenco di giorni che vi possono permettere di distinguere alcuni oggetti per la loro vicinanza alla Luna.

Il 3 agosto, appena fa buio, la Luna si trova fra Marte (a ovest) e Saturno (a est). Il giorno successivo la Luna si sposterà a est collocandosi a sinistra di Saturno, sempre comunque vicina al pianeta.
Il 10 alle 19,42 la Luna sarà al perigeo (minima distanza dalla Terra di 356.896 km).
Il 13 agosto alle 2,45 ( quindi nella notte fra il 12 ed il 13) è previsto il massimo dello sciame meteorico delle Perseidi. La tradizione  indica il 10 Agosto come notte per l’osservazione di questo sciame conosciuto anche con il nome di  “lacrime di San Lorenzo”, ma la massima attività si è in realtà spostata nella notte tra il 12 ed il 13 Agosto, anche se si possono osservare, in numero minore, dalla fine di Luglio ad oltre la metà  di Agosto. Questo evento è determinato dall’attraversamento da parte della Terra di una nube di polveri lasciata dalla cometa Swift-Tuttle. Quindi a dispetto del nome “stelle cadenti” in realtà si tratta di polveri e piccoli detriti che “cadendo” ad altissime velocità  contro la nostra atmosfera la ionizzano e quindi la illuminano ad un altezza compresa tra gli 85 ed i 120 km e provocano il suggestivo effetto che noi osserviamo. Lo spettacolo ci permetterà di ammirare anche 50 – 100 meteore ogni ora! Il nome degli sciami meteorici deriva dal loro radiante, ovvero dal punto da cui sembrano provenire le meteore:  in questo caso Perseidi perché sembrano provenire dalla costellazione del Perseo, che in Agosto vedremo sorgere intorno alle 22,30, vicino alla costellazione di Cassiopea dalla caratteristica forma a “W”. Più il radiante sarà alto nel cielo e maggiore sarà  il numero di meteore visibili. Per l’osservazione non servono binocoli o telescopi: il miglior modo per osservare le meteore è utilizzare semplicemente gli occhi.
Il 24 agosto alle 8,09 la Luna si trova all’apogeo (406.523)
Il 31 la Luna sarà di nuovo vicinissima a Saturno e a Marte visibili appena dopo il tramonto del Sole.

Ritornando all’osservazione del profondo cielo, in questo mese si osservano parecchi oggetti particolari; chi, essendo in vacanza, ha la possibilità di osservare da cieli bui, non avrà che da scegliere utilizzando un semplice binocolo, meglio 8×50 o 10×50; con ingrandimenti superiori è consigliabile l’uso di un cavalletto.

Degli ammassi globulari M13 ed M92, ancora visibili nella costellazione di Ercole, abbiamo già parlato nel mese di giugno; osservando verso sud appena sopra l’orizzonte siamo in piena “via lattea” cioè stiamo osservando una striscia lattiginosa piena di stelle perché osserviamo verso il centro della nostra galassia. Come potete constatare dalla cartina (gli oggetti descritti sono contrassegnati con una crocetta rossa) osserverete ammassi aperti (M6, M7, M11,…….) ed ammassi globulari (M10, M12, M22, M28,…..), nebulose luminose (M8, M16, M17, M20,……) e tanto altro dipendendo dall’oscurità del luogo di osservazione.

Gli ammassi aperti sono costituiti da un gruppo di stelle abbastanza giovani nate insieme da una nube molecolare gigante, e ancora unite dalla reciproca attrazione gravitazionale; di solito stanno all’interno del piano galattico e le loro stelle sono abbastanza distanti fra loro.

M6 Questo ammasso aperto è visibile già ad occhio nudo, tant’è che Tolomeo lo cita nel proprio “Almagesto. Ha vagamente la forma di una farfalla, da cui il nome di “Butterfly Cluster”. Si possono osservare una cinquantina di stelle in un diametro di mezzo grado circa. Vi sono numerosi astri bianchi ed azzurri, ma la componente principale è una supergigante arancione.

M7 Segnalato assieme ad M6 già da Tolomeo, questo splendido ammasso aperto conta circa 70 stelle perfettamente individuabili già con strumenti modesti. Gli Arabi lo chiamarono “Tali al Shaulah”, che significa “nebulosa che segue la coda (dello Scorpione)”. Splendido in potenti binocoli o piccoli telescopi, perde molto con strumenti più grandi, a causa della  dimensione dell’ammasso. E’ il più meridionale degli oggetti segnalati da Messier.

M11 Splendido in un binocolo 20×80, addirittura mozzafiato con strumenti da 200 mm (di diametro) a largo campo. Presenta una sessantina di stelle se osservato con strumenti di soli 100mm. L’analisi spettrale rivela la presenza di stelle calde ed azzurre. E’ detto “l’anatra selvaggia”, ma il perché del nome è perso nella fantasia degli astrofili anglosassoni.

Gli ammassi globulari sono in genere composti da centinaia di migliaia di stelle vecchie raggruppate in poco spazio e sono situati ai bordi delle galassie come una specie di guscio.

M10 Questo ammasso globulare, esaminato con uno strumento da 100mm (di diametro), rivela una struttura perfettamente rotonda di circa 12′ senza una evidente condensazione centrale. In strumenti da 20 cm si risolve sino al centro,.

M12 Scoperto da Messier il 30 maggio 1764. E’ quasi gemello di M10. Secondo alcuni osservatori presenta una forma ovale e nucleo non ben definito. Splendido in strumenti potenti.

M22 La scoperta di M22 è incerta, e attribuita per lo più a Hevelius. Rivaleggia con M13 in quanto a splendore, anche se la sua declinazione è svantaggiosa per gli osservatori posti nell’emisfero Nord. Facilmente visibile nel più modesto dei binocoli (si vede anche ad occhio nudo, in buone condizioni), M22 si risolve quasi completamente già in telescopi di 15 cm. Un 20-25 cm dà una visione stupenda. M22 deve la sua evidenza alla notevole vicinanza al sistema solare. In realtà è un ammasso globulare di brillantezza e dimensioni nella norma.

M28 Scoperto il 27 luglio del 1764, è un ammasso globulare di circa 60 anni-luce di diametro, distante oltre 15000 anni-luce. E’ già riconoscibile con un 7 cm, ma si mostra splendido in strumenti attorno ai 20 cm, che lo risolvono sino al centro. E’ un soggetto da ingrandire molto, perché ha un diametro modesto.

Le nebulose sono un agglomerato interstellare di polvere, idrogeno e plasma; possono essere zone di formazione stellare e possono essere “illuminate” da stelle che stanno al loro interno.

M8 La Nebulosa “Laguna” si presenta tondeggiante con un nucleo centrale molto luminoso e strutturato, sul quale si proietta un filamento oscuro piegato ad angolo acuto in due segmenti ineguali che ricordano le lancette di un orologio fermo sulle 4 e 10 (se il Nord è in alto). Un’appendice luminosa si distacca incurvandosi attorno al nucleo centrale; è questo l’elemento che ha fatto attribuire alla nebulosa l’appellativo di “laguna”. La massa della nebulosa appare dominata da due stelle molto brillanti poste a 3′ l’una dall’altra lungo la congiungente Nord-Sud. L’astro meridionale è la 9 Sgr, di 6m, una stella blu caldissima che alimenta energeticamente l’intera nebulosa. Bellissima in qualsiasi strumento.

M16 La nebulosa “Aquila” è un degno membro della meravigliosa catena estiva di nebulose (Laguna, Trifida, Omega e, appunto, Aquila). Facile in un binocolo 7×50, mostra già dettagli in un 20×80, e una struttura dettagliata in telescopi da 20-30 cm. Questa nebulosa con ammasso aperto è un vero gioiello del cielo, formato da stelle molto giovani e luminose.

M17 Scoperta da de Cheseaux e poi indipendentemente da Messier nel 1746, Quest’oggetto è detto “Nebulosa Omega” per via della forma che ricorda vagamente la lettera greca. Evidentissima in un 20×80, diviene spettacolare in strumenti da 20 cm. E’ sovrapposto un ammasso aperto con una settantina di componenti.

M20 Questa nebulosa fu scoperta da Le Gentil prima del 1750, e fu aggiunta da Messier al suo catalogo nel 1764. E’ ben nota con il nome di “Nebulosa Trifida”. La sua struttura è ben definibile solo con strumenti di apertura superiore agli 80 mm. La nebulosa è suddivisibile in due parti sovrapposte. Quella settentrionale appare più vaga e rarefatta; i suoi gas riflettono la luce emanata da alcune stelle caldissime. La parte meridionale è più compatta e luminosa grazie alla presenza di queste stelle. La nebulosa deve il suo nome alla presenza di tre formazioni opache che si dipartono radialmente dal centro; Le stelle eccitatrici principali sono ben visibili al centro della parte meridionale della nebulosa.

BUON DIVERTIMENTO!!!

Le simulazioni e le descrizioni degli oggetti celesti sono realizzate con il programma “PERSEUS” di Filippo Riccio http://www.perseus.it/

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