Barlassina, Seveso e lo shiatsu che aiuta i disabili. Con ottimi risultati

Il progetto pilota è partito qualche mese fa, avviato dalla scuola shiatsu “Associazione Corsi Dan Dien”insieme all’associazione “Il Sentiero” (entrambe sevesine) e alla cooperativa “Oasi 2” di Barlassina. Obiettivo: verificare come la pratica dello shiatsu potesse aiutare le persone disabili che frequentano il Centro socio-educativo gestito dalla cooperativa.

Per circa tre mesi, dunque, dieci tra operatori e operatrici formati dalla scuola di Seveso hanno lavorato con dieci persone disabili di diversa età (dai 25 ai 60 anni), con una seduta settimanale della durata di un’ora. I risultati sono stati sorprendentemente positivi: ora, dopo la pausa estiva, l’intenzione è quella di rinnovare la collaborazione tra le realtà associative del territorio, aumentando se possibile il numero di persone coinvolte.

L’esito del progetto non era affatto scontato: le persone coinvolte in qualità di pazienti sono affette da disabilità gravi o gravissime, al punto che, nella quasi totalità dei casi, hanno difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che provano. Nonostante fosse impossibile stabilire un dialogo, si è creato un legame molto forte tra i pazienti e i volontari shiatsuka, che hanno cioè sostenuto un corso triennale con relativo esame. Giovedì 18 settembreMarco Gazzetta, della scuola “Dan Dien”, presenterà le proposte per l’anno 2014/2015 e le pratiche utili alla generazione del benessere alle ore 21.00 presso la biblioteca “Villa del Sole” di Seveso (corso Garibaldi 23).

Lo shiatsu è una disciplina appartenente alla millenaria cultura orientale diffusa in Giappone. Il suo scopo è quello di ristabilire, tramite pressioni manuali, l’armonia del flusso dell’energia e di stimolare le funzioni degli organi della persona, aiutandola a sostenere e attivare i processi vitali, condizioni indispensabili per poter conquistare e mantenere uno stato di benessere e di rilassamento sia fisico che mentale. La pratica del massaggio shiatsu sta dando ottimi risultati anche nei malati di Parkinson, e ora la sua applicazione si è dimostrata fruttuosa anche per le persone disabili.