BCC Carate Brianza, semestrale buona, ma c’è preoccupazione per la crisi

12 settembre 2014 | 06:06
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BCC Carate Brianza, semestrale buona, ma c’è preoccupazione per la crisi

“La fine del tunnel della crisi? Forse si vede qualche lumicino, ma si respira ancora aria di negatività”. Commenta così l’ultimo semestre Annibale Colombo presidente della BCC di Carate Brianza.

“La fine del tunnel della crisi? Forse si vede qualche lumicino, ma si respira ancora aria di negatività”. Commenta così l’ultimo semestre Annibale Colombo presidente della BCC di Carate Brianza.

“Pur nel difficile scenario economico attuale  la banca mantiene non solo un ottimo livello di redditività (utile al netto delle imposte pari a 10,06 mln a fine giugno dopo rettifiche su crediti per 13,8 mln) ma un livello patrimoniale di tutto riguardo” – con queste parole il presidente introduce i dati dell’istituto di credito.

Il patrimonio netto complessivo ammonta a 266 mln.  Entrambi rafforzati gli indici patrimoniali: il Tier 1 capital ratio, rapporto tra patrimonio di base e attività di rischio ponderate, risulta del 19,58 % mentre il Total capital ratio, rappresentato dal rapporto tra patrimonio di vigilanza complessivo ed il totale delle attività di rischio ponderate, è al 19,62%. 

La banca, che ha masse complessive di raccolta per 2,7 mld (+ 4,55% a.p.), continua a mantenere un alto livello di riconoscimento da parte della clientela, riscontrato in particolare negli ultimi 12 mesi sulla raccolta indiretta ora a 919 mln (+13% verso a.p) oltre che un trend di aperture conti sempre molto positivo. La raccolta diretta si mantiene in crescita (+0,62%) mente gli impieghi, in contrazione (- 2,50%), evidenziano una leggera ripresa delle richieste di mutui dalle famiglie sostenuta dalla banca attraverso operazioni specifiche (vedi recente lancio del Mutuo BCComprocasa con caratteristiche finalizzate ad agevolare il pagamento delle rate).

“Da questa analisi ne fuoriesce che la gente non sa cosa fare” – conclude Annibale Colombo – Noi continuiamo a fare investimenti sul territorio, abbiamo appena concluso di finanziare l’arredamento delle scuole elementari, ma quello che manca sono segnali più certi della ripresa. Se le aziende chiudono, non hanno ordini, è difficile prevedere dei miglioramenti. Vanno bene solo coloro che lavorano con l’estero: il mercato interno è fermo”.