Bici contromano a Monza: Fiab avanza la sua proposta

22 settembre 2014 | 00:42
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Bici contromano a Monza: Fiab avanza la sua proposta

A Monza, nonostante la presenza delle piste ciclabili, lo “scatto controcorrente” non è difficile da vedere.

In tanti già lo fanno e ora si chiede che il gesto “proibito” divenga leggitimamente assodato. Il “controsenso ciclabile”, alias contromano, è quanto auspica la FIAB (Federazione Italiana amici della Bicicletta). Un provvedimento che, se venisse adottato, allineerebbe l’Italia a molti paesi europei come Francia, Belgio, Germania, Svizzera.

A Monza, nonostante la presenza delle piste ciclabili, lo “scatto controcorrente” non è difficile da vedere. Ora però, con una lettera indirizzata direttamente al primo cittadino Roberto Scanagatti, gli Amici della bicicletta fanno richiesta della sua legittima adozione.

«Ovviamente il “controsenso ciclabile” sarebbe applicabile solo ad alcune strade, prevalentemente i centri urbani, e dovrebbe accompagnarsi ad alcune condizioni e provvedimenti di calmieramento e sicurezza del traffico. – spiega la Fiab attraverso una nota stampa – Gli oppositori a tale modifica, già bloccata poche settimane fa da un emendamento di Scelta Civica in sede di Commissione Trasporti della Camera, in realtà non sono stati finora in grado di portare argomenti provanti della presunta pericolosità di tale pratica se non le generiche, pretestuose e umilianti argomentazioni che gli italiani sulle strade sarebbero diversi dai tedeschi, francesi o svizzeri e fingendo di preoccuparsi della sicurezza dei ciclisti, limitandone di fatto la circolazione. L’introduzione del doppio senso ciclabile, praticato con la dovuta intelligenza tecnica, non comporta alcun aumento di incidentalità, spesso anzi si accompagna ad una sua riduzione, e favorisce l’incremento degli spostamenti in bicicletta».

Chiara dunque la richiesta che i componenti della Fiab avanzano: “richiedere al governo di introdurre nel Codice della Strada norme utili a favorire la circolazione urbana e quotidiana delle biciclette, compreso il “controsenso ciclabile” ,affinché anche in Italia sia consentito alle amministrazioni comunali di adottare soluzioni già ampiamente e positivamente sperimentate, superando ogni dubbio interpretativo e anacronistiche resistenze”.

Voi cosa ne pensate? Adottereste a Monza tale provvedimento?