Ac Monza, per ora niente fallimento, ma la squadra a rischio smembramento

29 ottobre 2014 | 08:32
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Ac Monza, per ora niente fallimento, ma la squadra a rischio smembramento

Pericolo scampato, almeno per il momento: secondo il direttore generale dell’Ac Monza Brianza 1912, Mauro Ulizio, il Tribunale ha archiviato il procedimento che rischiava di porre fine alla società sportiva che nel 2004 aveva rilevato l’“asset” del fallito Calcio Monza.

Pericolo scampato, almeno per il momento: secondo il direttore generale dell’Ac Monza Brianza 1912, Mauro Ulizio, il Tribunale cittadino ha archiviato il procedimento che rischiava di porre fine alla società sportiva che nel 2004 aveva rilevato l’“asset” del fallito Calcio Monza.

La decisione del Tribunale era scontata dal momento che le due istanze di fallimento presentate dallo studio di architettura e dalla società ingegneristica che si erano occupate di elaborare il progetto preliminare di riqualificazione dello stadio Brianteo e del centro sportivo Monzello (quello da 30 milioni di euro ora sostituito da uno da 6 milioni di euro in fase di elaborazione da parte di un architetto) erano state soddisfatte in corso di prima udienza attraverso il pagamento delle spettanze dovute, circa 100mila euro. Il problema è che altre decine di creditori attendono di essere saldati (in alcuni casi sono già arrivati all’ingiunzione di pagamento se non addirittura al pignoramento) e nelle casse del club non c’è attualmente il becco di un quattrino e non ne è atteso l’arrivo a breve termine a causa delle difficoltà finanziarie in cui versa la holding del presidente Anthony Armstrong-Emery, Ecohouse Group.

calcio-monza-sala-stampa-stadio-brianteo-ulizio-mbPer fare il quadro della situazione, stavolta senza diffamare e ingiuriare il giornalista di turno, Ulizio ha convocato una conferenza stampa nel “cuore” del Brianteo. “È stato deciso di cessare il silenzio stampa perché le nostre difficoltà non sono più un segreto – ha esordito – Sì, gli stipendi di agosto dei giocatori non sono stati pagati perché nell’ultimo giorno che avevamo a disposizione per evitare penalizzazioni il presidente mi ha telefonato dicendomi che non aveva i fondi necessari e allora i ragazzi si sono comportati da professionisti rinunciandovi. Si sapeva a cosa si andava incontro, ma se il presidente ha delle difficoltà, e ha comunque garantito il suo appoggio, bisogna stargli vicino, risolvendo i problemi della società anche se lui è lontano. Dunque lo stipendio di agosto è perso. La cosa è stata definita nel giro di poche ore con i sindacati, dopodiché i ragazzi hanno firmato quello che c’era da firmare. Proprio oggi, tra l’altro, si è presentata al Monzello la delegazione della Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche e abbiamo presentato loro tutta la documentazione. Per quanto riguarda i dirigenti, alcuni di loro sono mesi che non prendono lo stipendio. L’allenatore, invece, è stato il primo a rinunciarvi. Fulvio Pea è stato fondamentale quel giorno (il 16 ottobre, ndr)”.

calcio-monza-fulvio-pea1Il tecnico biancorosso ha desiderato aggiungere: “Quella mia e dei giocatori è stata una scelta voluta ed è stata condivisa dalla società. Qualche giocatore della squadra già nel Monza l’anno scorso ha detto che il presidente non ha mai fatto mancare nulla. Per cui ci fidiamo. E il gruppo non sta risentendo di questa scelta: le tre vittorie e il pareggio nelle ultime quattro giornate testimoniano che i ragazzi sono coscienti di quello che hanno fatto e vanno avanti serenamente. A essere sinceri la ‘scossa’ maggiore è stata quando sono iniziate a uscire le notizie riguardanti le difficoltà finanziarie: in quei giorni siamo rimasti sorpresi. In questo momento, invece, stiamo vivendo alla giornata. Se la visita dei tifosi del 16 ottobre ha influito sulla decisione di rinunciare agli stipendi? No, sono venuti pochi minuti prima di cena per dare il loro appoggio alla squadra in vista del derby col Como della sera successiva. A quell’ora avevamo già firmato le liberatorie”.

Entro il prossimo 16 dicembre andranno pagati gli emolumenti di settembre e ottobre: cosa accadrà? “Dobbiamo pensare a quello che succede giorno per giorno – ha risposto Ulizio – Il nostro lavoro impone comunque di valutare strategie per recuperare risorse nei prossimi mesi. Una di queste strategie potrebbe essere il mercato di gennaio: nella situazione attuale non posso certo chiedere ai ragazzi di rimanere a Monza se hanno richieste da altre società. Però sono certo che a dicembre ci daranno soddisfazioni importanti”.

anghileri-sala-stampa-stadio-brianteo-monza-mbÈ quindi intervenuto il capitano Marco Anghileri: “Il nostro gruppo sta lavorando assieme dallo scorso luglio, quando nessuno si aspettava una situazione del genere. Una volta venuti a conoscenza degli improvvisi problemi finanziari ci siamo uniti ancora di più come staff e squadra e abbiamo preso la decisione di rinunciare allo stipendio”.

Anche il vicecapitano Marco Briganti non si aspettava “questa situazione. Il presidente è sempre stato preciso e corretto. Spero che si tratti di una difficoltà momentanea”.

Monza-Calcio-Anthony Armstrong-Emery Ulizio ha quindi ribadito quello che, almeno gli addetti ai lavori, già sanno: “Il Monza in Lega Pro sarà sempre in difficoltà economiche: o va in Serie B o trova un presidente che butta ogni anno 3 milioni di euro. Non si riesce a capire perché Armstrong-Emery lo faccia: per me lui si è innamorato di Monza, del Monza. Certo è che se adesso si presentasse qualcuno disposto a entrare come socio di minoranza consiglierei al presidente di accettare la proposta. So che lui tempo fa aveva avuto dei contatti, ma adesso non so. Da noi al Monzello non si è proposto nessuno (a noi invece risultano con certezza almeno due cordate, interessate però al pacchetto di maggioranza delle azioni, ndr). Credo che solo dalla Russia o dall’Arabia potrebbe farsi vivo qualcuno con le disponibilità economiche necessarie” ha chiosato a mo’ di battuta. Sulla questione della riqualificazione dello stadio il d.g. ha dichiarato di essersi “incontrato col sindaco la settimana scorsa. Gli amministratori comunali vogliono il bene del Monza e vogliono far vivere lo stadio tutti i giorni dell’anno”.

Il direttore tecnico Alfredo Pasini ha preso la parola per esternare due suoi pensieri: “Io provengo dal Brescia e posso dire che la situazione debitoria del Monza non è come quella del Brescia. Secondo me bisogna solo esser bravi a gestire i debiti: ai fornitori non possiamo solo dare date di scadenze e promesse. Poi tengo a dire che rinunciando allo stipendio di agosto i ragazzi hanno fatto una cosa che mi ha stupito e che mi ha reso fiero di essere al Monza”.

La chiusura se l’è presa Pea, che sorridendo e battendo il pugno sul tavolo ha esclamato: “Noi entriamo in campo per vincere. I miei giocatori stanno dimostrando passione. Il calcio è passione!”.

stemma-armstrong-dragonsPer Armstrong-Emery anche il rugby è passione. Ma pure lì le cose stanno andando male. Cinque giorni fa la Confederazione brasiliana di rugby ha retrocesso all’ultimo posto della classifica, azzerando tutti i punti conquistati, gli Armstrong Dragons, la squadra “personalizzata” che aveva appena terminato al settimo posto il suo primo Super 10, il massimo campionato del Paese sudamericano. La società Norte-Rio-Grandense, che ha ereditato il titolo sportivo della sezione rugby dell’Alecrim (la polisportiva di cui il vulcanico “patron” del Monza è stato presidente fino allo scorso 22 settembre) ed è stata iscritta al campionato come Armstrong Dragons, ha subito la grave penalizzazione per l’“utilizzazione di giocatori non iscritti al Super 10 2014”.

computer-armstrong-dragons-mbSe in Brasile “Armstrong Dragons è punido con rebaixamento”, come spara ancora come prima notizia il sito ufficiale del Super 10, chissà cosa succederà a Singapore per affari ben più importanti. Detto già che secondo molte testate internazionali l’imprenditore nato in Inghilterra, cresciuto a Gibilterra, naturalizzato in Brasile e residente nel Principato di Monaco non avrebbe restituito nei termini (e maggiorati di interessi al 20%) circa 70 milioni di dollari rastrellati un anno e mezzo fa a un migliaio di investitori di Singapore per progetti edilizi nel Rio Grande do Norte, e detto già che pertanto la MAS, l’autorità monetaria di Singapore, ha inserito la sua multinazionale, Ecohouse Group, nella “alert list”, cioè nella lista di società di cui è meglio non fidarsi, aggiungiamo come novità che anche là, dall’altra parte del pianeta, è inseguito dalle ingiunzioni di pagamento. L’ultima udienza che lo riguarda in calendario presso l’Alta Corte della Repubblica di Singapore è di soli otto giorni fa e ha come oggetto un’ingiunzione restrittiva. A reclamare i soldi alla Ecohouse Developments è il manager britannico Dean Edward Oakford.