Ac Monza, perquisita la società del presidente: ecco il video. Cordate pronte per salvare il club

La Polizia Federale brasiliana ha spiccato nove mandati di perquisizione nell’ambito delle indagini sulla multinazionale del presidente del Calcio Monza, Anthony Armstrong-Emery,
Tanto tuonò che piovve. E che pioggia… È il diluvio universale sull’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, a rischio fallimento, sui suoi dipendenti, a rischio stipendi (i calciatori e lo staff tecnico hanno già rinunciato a quello di agosto), sui suoi fornitori, a rischio crediti, sui suoi tifosi, a rischio depressione per il risveglio improvviso dal sogno di aver trovato un presidente così follemente innamorato della squadra da promettere milioni di euro di investimento per portarla là dove non è mai stata, in Serie A. Invece l’incubo del dilettantismo è dietro l’angolo e ridurrebbe ai minimi termini il seguito della città e del territorio circostante per l’ultracentenario sodalizio biancorosso.
L’evento di ieri è di quelli ferali: la Polizia Federale brasiliana ha scatenato l’operazione Padrino, allusione al principale indagato e presidente del gruppo immobiliare Ecohouse (cioè il presidente del Monza, Anthony Armstrong-Emery), in quanto definito “Il Padrino” dalla stampa dello Stato del Rio Grande do Norte. Lo scopo dell’operazione è di dare una svolta all’indagine su riciclaggio di denaro, evasione fiscale, reati tributari e associazione a delinquere riguardante la multinazionale britannica.
Sono stati spiccati nove mandati di perquisizione nel Rio Grande do Norte (otto nella capitale Natal, città della moglie di Armstrong-Emery, e uno sulla spiaggia di Pipa) e uno nella città di Fortaleza, capitale dello Stato del Cearà. In questa operazione la Polizia Federale ha utilizzato 50 agenti, ma hanno anche partecipato 12 funzionari dell’Agenzia delle Entrate . Ecco il video della conferenza stampa:
L’indagine è iniziata lo scorso mese di agosto in seguito alle relazioni del Consiglio di controllo delle attività finanziarie. Secondo il COAF esisteva un sistema di riciclaggio di denaro che aveva come centro nevralgico la sede brasiliana del gruppo, la quale catturava risorse private all’estero con la promessa di guadagni nell’ordine del 12-20% l’anno e invece gli investimenti non venivano restituiti.
La Polizia Federale ha appurato che solamente nel mercato di Singapore sono stati danneggiati dal gruppo circa 2mila investitori. Nel Paese asiatico ogni quota veniva venduta per 46mila dollari (circa 35mila euro).
Vedremo come Armstrong-Emery verrà fuori da questa vicenda. Il problema è che qui in Italia c’è una società, e tutti i suoi creditori (si vocifera di circa 2 milioni e 200mila euro di debiti), nonché i tifosi, col fiato sospeso. Non c’è più tempo da perdere: se davvero si vuole bene al Monza, come ha sempre dichiarato l’imprenditore inglese, allora è giunto il momento di domandarsi: sono in grado nelle prossime settimane di immettere tanto denaro da ottemperare ai miei obblighi di proprietario? Se la risposta è sì, beh, la piazza ha dimostrato di aver avuto tanta pazienza e fiducia e siamo certi che la rinnoverà. Se la risposta è no, non c’è bisogno di mettere gli annunci sui giornali o tappezzare la città di manifesti per vendere il club. Già due cordate si sono fatte avanti ufficialmente per acquistare il Monza e altre si stanno organizzando (oltre a quelle che sperano nel fallimento per presentarsi all’asta e rilevare gli “asset” e il titolo sportivo a poco prezzo).
La prima in ordine cronologico di presentazione dell’offerta è quella guidata da Nicola Radici*, ex calciatore del Leffe, ex dirigente dell’Atalanta, dell’Albinoleffe, dell’Alzano Virescit, della Pallacanestro Vigevano, del Prato e attualmente vicepresidente della Pro Sesto (di cui è presidente l’ex consigliere e socio di minoranza del Monza, Salvatore Zangari); il 41enne imprenditore bergamasco avrebbe come alleato Gianluca Percassi, 34 anni, ex giocatore di Chelsea, Monza (10 presenze tra il 2000 e il 2002 con due retrocessioni consecutive), Alzano Virescit e Spezia e attualmente amministratore delegato dell’Atalanta presieduta da suo padre Antonio; è facile immaginare che questa soluzione trasformerebbe il Monza in una società satellite della “Dea” orobica, un po’ come il Prato lo è diventato per l’Inter.
L’altra cordata è guidata da un grande imprenditore del Nord Italia, che avrebbe come alleato un immobiliarista lombardo. All’avvocato Arturo Meglio, legale di Bird & Bird, società di fiducia di Armstrong-Emery, è arrivata un’offerta di un euro e la garanzia del pagamento dei debiti. Ricordiamo che Meglio, assieme al collega Lorenzo Fratantoni, assistette l’imprenditore inglese nell’acquisizione dell’intero pacchetto azionario del Monza precedentemente detenuto da On Champions e Pasport. Pacchetto che ora è ufficialmente della società LuckySeven: 120mila azioni da un euro, tutte detenute da “AAE”. LuckySeven ossia “FortunatoSette”: fortunato chi??
*Articolo aggiornato il 31.10.2014 ore 23,00 – LA SMENTITA DI RADICI: “Smentisco categoricamente la notizia priva di alcun fondamento e ne approfitto per dire che sto bene alla Pro Sesto e continuero’ a lavorare per la Pro Sesto”. Lo afferma Nicola Radici, imprenditore e vicepresidente della Pro Sesto, in merito alle notizie apparse sulla stampa relativamente a un suo interessamento al Monza Calcio”.