Istanza di fallimento per l’Associazione Calcio Monza Brianza 1912

Ora c’è anche l’istanza di fallimento: la vita dell’Ac Monza Brianza 1912, fondata nel 2004 per rilevare asset e titolo sportivo del fallito Calcio Monza, è appesa a un filo.
Ora c’è anche l’istanza di fallimento: la vita dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, fondata nel 2004 per rilevare asset e titolo sportivo del fallito Calcio Monza, è appesa a un filo. Nelle prossime ore il presidente Anthony Jon Domingo Armstrong-Emery dovrà decidere se lasciarlo andare o tirarlo su con un sostanzioso innesto di liquidità.
Le notizie che avevamo raccolto negli ultimi mesi sono dunque sfociate nei giorni scorsi nella prima istanza di fallimento presentata da uno degli almeno dieci creditori della principale società calcistica della Brianza, militante nel campionato di Divisione Unica (ex Serie C). Si tratta di un famoso studio di architettura milanese, che non avrebbe visto pagato il lavoro finora svolto per la riqualificazione dello stadio Brianteo e del centro sportivo Monzello. Secondo indiscrezioni, si tratterebbe di una somma attorno ai 100mila euro. Va da sé che il progetto definitivo di riqualificazione dei due impianti comunali gestiti dalla società sportiva è fermo dallo scorso giugno, come ammesso al telefono dall’architetto incaricato. A questo punto ci si chiede come possa essere presentato in Comune entro il 15 novembre, come da delibera di Giunta…
L’istanza di fallimento è stata depositata presso il Tribunale, che ha già fissato la prima udienza. Entro lunedì prossimo il Monza dovrà costituirsi e i suoi dirigenti consegnare tutta la documentazione contabile. Questi, nei giorni successivi, dovranno convincere i giudici della sezione fallimentare che la situazione è recuperabile. Per farlo la proprietà del Monza, ossia la società LuckySeven, che ha come unico socio (120mila azioni da 1 euro) l’inglese Armstrong-Emery, dovrà necessariamente estinguere una fetta consistente di debiti (forse addirittura la metà dei circa 2 milioni di euro di “rosso” dichiarati circa tre mesi fa dall’amministratore delegato Maurizio Prada) nel giro delle prossime ore.
Per quei tifosi biancorossi che a questo punto dell’articolo non hanno ancora infartato ci sono “rumors” che lascerebbero spazio a un pizzico di ottimismo. Il presidente (tornato ieri in città dopo oltre un mese di assenza), l’amministratore delegato e il consigliere delegato Cristiano Perrotti si starebbero facendo in quattro per “salvare la baracca”, peraltro lasciata in condizioni di dissesto dalla precedente gestione (come spiegheremo più avanti nel pezzo). Sarebbero infatti già stati pagati (o starebbero per essere pagati) almeno gli stipendi di luglio e agosto ai dipendenti, calciatori compresi naturalmente. E sarebbero già stati estinti alcuni debiti con i fornitori, in particolare con quelli già arrivati alla procedura di pignoramento verso terzi.
Insomma, il destino del Monza è nelle mani di Armstrong-Emery e del tribunale, mentre undici anni fa (quando è stata avviata la procedura era ancora il 2003) era nelle mani di Priamo Atzeni e del tribunale. Si comporteranno allo stesso modo? A breve lo sapremo. Certo che per il “patron” residente nel Principato di Monaco non è un bel periodo. Secondo molte testate internazionali, infatti, non avrebbe restituito nei termini (e maggiorati di interessi al 20%) circa 70 milioni di dollari rastrellati un anno e mezzo fa a un migliaio di investitori di Singapore per progetti edilizi in Brasile, nazione dove ha fatto fortuna e dove ha messo su famiglia. La MAS, l’autorità monetaria di Singapore, ha inserito la sua multinazionale, EcoHouse Group, nella “alert list”, cioè nella lista di società di cui è meglio non fidarsi. Inoltre lo scorso 22 settembre è stato destituito da presidente dell’Alecrim, società di calcio brasiliana di quinta serie, dal resto del Consiglio Direttivo. Secondo il nuovo numero 1 del terzo club di Natal, l’Alecrim avrebbe un debito di 300mila real (circa 100mila euro), ma sotto la guida dell’imprenditore inglese era arrivato ad averne anche 1 milione (differenza comunque in gran parte ripianata da “AAE”). Infine, siccome piove sul bagnato, è arrivata la decisione del Collegio arbitrale della Lega Pro riguardo al licenziamento, avvenuto lo scorso aprile, del responsabile dell’area tecnica Gianluca Andrissi. “L’Ac Monza Brianza 1912 e Gianluca Andrissi – si legge nel comunicato stampa congiunto – in data 26 settembre 2014 hanno siglato un accordo con il quale è stato risolto consensualmente il rapporto di lavoro intercorso, nonché ogni aspetto ad esso connesso. In questi mesi le parti hanno chiarito ogni aspetto relativo al rapporto che ha legato il club al direttore sportivo, riconsiderando con maggiore obiettività e flessibilità le proprie posizioni. La decisione del presidente di interrompere la collaborazione con Andrissi non era stata dettata da ragioni personali o inerenti la professionalità di Andrissi, bensì unicamente di riorganizzazione aziendale e ottimizzazione delle risorse. La società pertanto intende riconoscere la diligenza, correttezza e capacità professionali dimostrate da Andrissi, nonché i risultati grazie allo stesso raggiunti nel corso dell’intero rapporto che lo ha legato all’Ac Monza Brianza 1912 Spa, mentre Andrissi dichiara di avere concluso con serenità e senza recriminazioni la propria esperienza nell’Ac Monza Brianza, dove ha maturato importanti soddisfazioni personali e professionali. Le parti esprimono reciproca soddisfazione circa l’accordo raggiunto, che rappresenta una soluzione condivisa e consensuale della controversia insorta e si augurano reciprocamente i migliori risultati futuri”. Tradotto in poche parole, Andrissi ha praticamente vinto il ricorso, ottenendo almeno il pagamento degli stipendi degli ultimi cinque mesi in cui non ha potuto lavorare.
Il bilancio del Monza, dunque, dev’essere un pianto… Del resto, già quello al 30 giugno 2013 (cioè del periodo di passaggio di proprietà da PaSport e On Champions a LuckySeven) poteva preoccupare per diversi indicatori. La perdita d’esercizio era stata di 3.005.674 euro contro 1.404.858 dell’esercizio precedente. Il patrimonio netto negativo era di 149.236 euro (416.676 nel 2012), i debiti 2.309.924 (2.299.795 nel 2012), di cui verso banche 599.796 (431.009 nel 2012) e verso fornitori 1.120.936 (1.232.445 nel 2012). Nel documento si legge che “in data 6 giugno 2013 l’Assemblea dei soci ha deliberato l’azzeramento del capitale e la contestuale ricostituzione al minimo legale. La deliberazione si è resa necessaria a seguito delle risultanze della situazione patrimoniale al 31 dicembre 2012 e al 30 aprile 2013, che evidenziavano una consistente perdita di esercizio e una situazione patrimoniale negativa. In particolare, al 30 aprile 2013 la società aveva accumulato perdite pari a euro 2.614.733, con un conseguente patrimonio netto negativo pari a euro 947.676. I versamenti effettuati dal nuovo azionista nel corso del periodo successivo hanno consentito di garantire la ricapitalizzazione necessaria, con la ricostituzione del capitale sociale a euro 120.000, oltre riserve per euro 121.704,72”.
Tra le curiosità segnaliamo che tra i crediti inesigibili risultano 5.820 euro per “abbonamenti delle stagioni precedenti che non sono mai stati incassati e pertanto di difficile realizzo”. I ricavi da contratti di sponsorizzazione erano scesi nell’ultimo esercizio da 209.500 euro a 27.570 euro, i ricavi per cessioni definitive e temporanee e per diritti di opzione di giocatori della prima squadra e del settore giovanile erano scesi da 450.800 euro a 37.497 euro, i ricavi da attività di formazione giovani calciatori addirittura azzerati da 569.582 euro, i contributi per diritti tv erano crollati da 473.651 euro a 8.696 euro. E le spese? Quelle per il ristorante relative alla prima squadra si erano dimezzate (da 44.908 euro a 21.570 euro) e quelle di pulizia del Monzello e del Brianteo quasi azzerate (rispettivamente da 20.420 euro a 223,49 euro e da 35.200 euro a 3.900 euro). L’affitto da pagare per gli alloggi dei calciatori era sceso da 94.153 euro a 38.934,29 euro. A proposito di calciatori, la diminuzione di dipendenti (da 50 a 44) riguardava proprio loro e gli allenatori.
Nella relazione si legge che “l’andamento della gestione al 30 giugno 2013 mostra un trend sostanzialmente invariato rispetto all’ultimo periodo analizzato (al 31 dicembre 2012), anche se i recenti cambiamenti societari hanno creato i presupposti per una inversione di tendenza già a partire dal prossimo esercizio, con interessanti novità nella gestione operativa e nelle iniziative commerciali e di marketing poste in essere dalla nuova proprietà.La società nel corso della stagione 2012-2013 ha registrato una contrazione significativa dei ricavi imputabile alla diminuzione delle sponsorizzazioni e soprattutto alla perdita dei contributi erogati dalla Lega Pro (a seguito del ritardato pagamento degli stipendi relativi ai mesi di settembre e ottobre 2012). Alla luce di questi presupposti a poco è valso lo sforzo, nell’esercizio in oggetto, di operare una costante verifica dei costi operativi, anche se la prassi orientata ad puntuale controllo delle aree operative rappresenta uno dei punti cardine per il rilancio dell’attività societaria”.
Invece nella relazione del Collegio sindacale incaricato della revisione legale dei conti si legge: “E’ bene, tuttavia, sottolineare come la società, alla data del 30/06/2013, presentava un patrimonio netto negativo per euro 149.236 e si trovava quindi nelle condizioni di cui all’art. 2447 del Codice Civile, nonostante le ricapitalizzazioni avvenute nel corso dell’ultimo esercizio grazie alla disponibilità del nuovo socio di riferimento. Tale condizione, che scaturisce dalle significative perdite riportate nell’esercizio in esame (pari a euro 3.005.673,96), impone al Collegio sindacale di verificare il presupposto della continuità aziendale sancito, quale postulato di bilancio, dall’art. 2423-bis del Codice Civile. In merito, anche seguendo le indicazioni del principio di revisione n. PR 570, è stato preso in considerazione il trimestre successivo alla chiusura dell’esercizio in esame, per verificare l’esistenza di eventi o condizioni di natura economico-finanziaria che possano confermare che la società, nonostante il patrimonio netto negativo evidenziato dal bilancio al 30 Giugno 2013, possa recuperare l’equilibrio patrimoniale ed economico, e mantenere quindi condizioni di continuità aziendale. A tal riguardo, è stata analizzata la situazione contabile al 30 Settembre 2013, dalla quale risulta che la società, alla data odierna, non versa più nelle condizioni di cui agli artt. 2446 e 2447 del Codice Civile. Risulta, infatti,un capitale proprio pari a euro 4.870.741,70 che, al netto delle perdite relative all’esercizio chiuso al 30 Giugno 2013 (pari a euro 3.005.673,96) e del risultato negativo di gestione relativo al primo trimestre del nuovo esercizio (pari a euro 866.502,46 al lordo delle scritture di assestamento alla competenza del periodo considerato), consente di appurare un patrimonio netto pari a euro 998.565,24, superiore ai limiti di legge. Pertanto, sia la situazione patrimoniale alla data del 30 settembre 2013, che l’impegno dell’azionista di riferimento a coprire non soltanto i deficit patrimoniali maturati con la gestione pregressa, ma anche i fabbisogni della gestione corrente, consente di affermare che risulta verificato il principio della continuità aziendale”.
Ecco, appunto, “l’impegno dell’azionista di riferimento a coprire non soltanto i deficit patrimoniali maturati con la gestione pregressa, ma anche i fabbisogni della gestione corrente”. Ricordiamo ad Armstrong-Emery che poco più di un anno rispose così a una nostra domanda in conferenza stampa riguardo alla scritta “Stop Racism” sulle maglie in luogo di quella di uno sponsor: “Io non ho bisogno di sponsor perché sono ricco. Infatti vado in giro su una Ferrari”. Se ha ancora la Ferrari e non un triciclo non c’è bisogno di aggiungere altro…