Rina Sala Gallo a Pascalucci, “ma questa è mafia”: il critico francese rovina tutto

Il pianista di fama internazionale Pascal Rogé venerdì ha abbandonato la giuria in segno di protesta: “Qui c’è mafia”. Il Comitato Rina Sala Gallo pretende le scuse e spiega che è lui a non saper votare.
Una conclusione di quelle che non ci si aspetta per il Concorso Pianistico Internazionale Rina Sala Gallo. Ma non tanto per il nome del vincitore quanto per la pesante protesta di Pascal Rogé. Vince il concorso Fiorenzo Pascalucci, mentre il critico francese ha abbandonato il concorso sollevando forti lamentele sulle votazioni, parlando persino di “mafia”. Parole non certo piaciute al comitato che ha messo in luce come il giurato ha mal votato e ora attende scuse immediate.
Sabato c’è stata la proclamazione dei vincitori: l’italiano Fiorenzo Pascalucci di Campobasso ha vinto la finale del concorso con orchestra e si è aggiudicato il primo Premio Città di Monza offerto dal Comune di Monza, ovvero ben 15mila euro. Il secondo premio è andato a Federica Bortoluzzi, 7.500 euro offerti dal Credito Artigiano, mentre a Atsuko Kinoshita, giapponese, è la vincitrice del terzo premio Rotary Club di Monza, a cui sono stati offerti 5mila euro.
Mentre il concorso si è chiuso ieri sera a Monza al Teatro Manzoni fra applausi e premiazioni, resta ancora un’ombra di amarezza per la questione sollevata dal pianista francese di fama internazionale Pascal Rogé che venerdì ha lasciato la giuria pubblicando le sue lamentele su facebook (sul suo profilo pubblico). «Ho appena consegnato volontariamente le dimissioni dalla giuria del concorso Rina Sala Gallo dopo aver ascoltato i risultati della semifinale – ha scritto Rogé -. C’erano sei candidati […] I migliori dall’inizio del concorso erano la coreana e il ragazzo giapponese, […] due incredibili talenti. […] Ma loro (i giudici, ndr) hanno preferito due italiani e una giapponese che ha suonato il più noioso Schubert che io abbia mai sentito. […] Scommetto due bottiglioni di Chianti che il primo sarà Pascalucci, seconda Bortoluzzi e terza la coreana. C’è qualcuno che vuole indovinare cosa succede? La parola “mafia” vi ricorda qualcosa? E’ una questione matematica, metti tre giudici italiani (i membri della giuria pubblicati risultano due quelli italiani, ndr) e due fortemente legati all’Italia e avete la maggioranza». La contestazione continua poi sul sistema di voto online non trasparente e senza alcuna informazione su come vengono calcolati i punteggi.
Il comitato da parte sua si dice tranquillo del operato. Per quanto riguarda i punteggiscrive in una nota: «il risultato è una media dei voti di ogni giurato. Per regolamento non si possono dare voti estremi, perché vengono esclusi dal calcolo. Invece Rogé ha dato spesso voti altissimi o bassissimi, rendendo quindi inefficaci 35 dei 46 voti a disposizione risultando quindi influente soltanto su 11 dei 46 voti da lui espressi. Di conseguenza, il risultato finale, costituito dalla media delle medie di tutte e tre le prove, è risultato insoddisfacente riguardo alle aspettative personali di Rogé, non certo perché viziato da manipolazioni o aggiustamenti come da lui supposto, bensì dalla dinamica del suo voto»
Il Comitato sostiene che il giurista francese con i suoi voti abbia prodotto l’effetto opposto alle sue intenzioni e aggiunge: «Accorgendosi di questa impotenza di fronte all’oggettività dei fatti Rogé ha preferito ribaltare il tavolo e screditare il lavoro degli altri giurati che hanno agito nel rispetto delle regole che avevano accettato e sottoscritto».
Ora il comitato si aspetta delle scuse e non esclude le vie legali: «Si richiedono scuse immediate e scritte per non aver ottemperato al ruolo che la sua posizione gli imponeva, rispettato il regolamento, aver abbandonato la giuria e aver divulgato notizie false e tendenziose per le quali il Concorso si rivarrà per vie legali».
E mentre le polemiche corrono da un lato, ieri sera si è tenuta la serata di Gala con il Concerto dei Vincitori dove sono stati premiati i tre giovani pianisti, che si sono poi esibiti assieme all’Orchestra Verdi di Milano diretta da Carlo Tenan davanti a un teatro gremito di gente
Sono stati inoltre assegnati: il Premio Bach in memoria di Emma Sirtori Bonetti, per la migliore esecuzione, che è andato a Yano Yuta e la Borsa di studio di 2000 euro offerta dall’Associazione Musicale Rina Sala Gallo, a Federica Bortoluzzi, sulla base delle preferenze espresse dal pubblico in sala.
Ai vincitori della XXIII edizione del Rina Sala Gallo saranno inoltre offerti concerti e ingaggi per sostenerli nella attività professionale.
In foto: al centro Pascalucci, a dx Bortoluzzi, a sx Kinoshita