Dal San Gerardo il primo progetto italiano di teledialisi domiciliare on line

7 ottobre 2014 | 09:26
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Dal San Gerardo il primo progetto italiano di teledialisi domiciliare on line

Il futuro della medicina è a Monza. La teledialisi è realtà grazie ad un progetto realizzato dal San Gerardo in collaborazione con Fresenius Medical Care.

Il futuro della medicina è a Monza. La teledialisi è realtà grazie ad un progetto realizzato dall’azienda ospedaliera San Gerardo in collaborazione con Fresenius Medical Care.

L’équipe guidata dal professor Andrea Stella, nefrologo di fama internazionale e Direttore della Struttura Complessa di Nefrologia al San Gerardo, parla della scoperta di una nuova frontiera. Se si pensa che in Italia sono ben 49 mila i casi di persone in dialisi, di cui 9000 in Lombardia e 160 sono i pazienti ricoverati a Monza, si capiscono i numeri di questa innovazione.

L’obiettivo di questa sperimentazione, iniziata circa sei mesi fa e da un mese con una nuova metodologia ancora più all’avanguardia, è di curare più pazienti possibili a domicilio. I vantaggi? Innumerevoli, dal risparmio economico per il servizio pubblico dato che il paziente non deve più essere trasportato alla personalizzazione della cura, che ognuno può fare a casa propria quando vuole.

“Unendo l’esperienza di un centro di eccellenza come il San Gerardo con la tecnologia, si possono offrire soluzioni innovative grazie alle quali migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari – ha commentato con soddisfazione Simonetta Bettelini, direttore generale del San Gerardo – Al tempo stesso consentire alle strutture ospedaliere il controllo remoto di molti pazienti, con un conseguente alleggerimento del costo del trattamento”.

Attualmente sono 10 i pazienti in cura a domicilio. Due, fratello e sorella, in particolare stanno utilizzando i nuovi strumenti che permettono sia di inviare informazioni tramite dispositivo all’ospedale sia di riceverne, a differenza degli altri otto che invece devono recarsi periodicamente in ospedale per portare le analisi.

“Prima di dare l’ok è necessario un sopralluogo da parte dei medici per verificare che il domicilio sia adatto per la cura – spiega la dottoressa Maria Rosa Viganò, direttore di Struttura Semplice di dialisi  – Per procedere è necessario che ci sia una connessione ad una rete adsl, corrente elettrica e acqua di buona qualità. Da ricordare che ci vuole sempre un’assistenza”.

Con un sistema informatico di assistenza e controllo remoto, denominato Therapy Data Management System (TDMS), il team di clinici della struttura monzese è in grado, in tempo reale, di monitorare e raccogliere i dati del trattamento dialitico, direttamente scaricati dal rene artificiale presente al domicilio del paziente, sui computer della struttura ospedaliera a disposizione del team medico-infermieristico.

L’analisi dei dati avviene in tempo reale grazie a questo tipo di collegamento: ciò permette al medico, in caso di anomalie o rilevazione non soddisfacente dei parametri misurati, un intervento immediato per risolvere il problema o per migliorare le performance della seduta dialitica.

Fresenius Medical Care, in collaborazione con l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza, ha quindi messo a punto un sistema di monitoraggio e gestione dei pazienti in emodialisi domiciliare, basato su un collegamento via internet con il domicilio del paziente.

“Un paziente maggiormente informato e in grado di interagire proattivamente con il team disciplinare è il presupposto fondamentale per consentirgli la scelta del proprio trattamento, per migliorare la qualità della cure e l’appropriatezza dei servizi socio-sanitari erogati, spiega l’Ing. Silvia Civardi, Amministratore Delegato di Fresenius Medical Care Italia. “Il nostro impegno è da sempre quello di portare la tecnologia dove questa possa cambiare il modo di ‘curare’ i pazienti. Il controllo remoto di pazienti che dializzano significa portare il centro dialisi a casa del malato, significa offrire la possibilità di curarsi una malattia cronica nel proprio ambiente senza la paura dell’abbandono, tipica in queste situazioni”.

Il progetto è talmente importante che sarà presentato al prossimo congresso della Società Italiana di Nefrologia che si apre mercoledì a Catania