Sentenza Lombarda Petroli: condannato il custode, dubbi sui risarcimenti

23 ottobre 2014 | 09:07
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Sentenza Lombarda Petroli: condannato il custode, dubbi sui risarcimenti

Cinque anni per il custode dell’ex raffineria, che è stato condannato in contumacia per disastro doloso

Una sola condanna per il disastro ecologico causato dallo sversamento di idrocarburi ed oli combustibili della “Lombarda Petroli” di Villasanta del febbraio del 2010.

Cinque anni per il custode dell’ex raffineria, che è stato condannato in contumacia per disastro doloso. Si attendono le motivazioni del Tribunale per ricostruire se la sentenza faccia o meno riferimento al presunto coinvolgimento di altre persone, fino ad ora non ancora identificate.

Assolti invece con formula piena, i due gestori della ex petrolchimica, i cugini Rinaldo e Giuseppe Tagliabue, unitamente all’ex direttore di stabilimento Vincenzo Castagnoli.

I fatti risalgono alla notte del 22 febbraio 2010, quando le cisterne dello stabilimento furono svuotare con l’apertura di alcune valvole. Duemila quattrocento tonnellate di gasolio finirono nelle fognature, di lì poi al depuratore acque reflue di Monza che non riuscì purtroppo a contenere l’enorme macchia nera che finì nel Lambro, nel Po e poi in mare.

La difesa dei tre assolti ha sempre sostenuto di non avere alcun motivo per decidere di mettere in atto un gesto così dannoso. I Pm invece, sostenevano che lo sversamento sarebbe servito a coprire gli ammanchi di materiale stoccato in vista della chiusura del deposito. Una tesi che che il Tribunale non ha ritenuto valida. Ha però decretato come colpevole del disastro il custode dello stabilimento, mai presentatosi a processo.

Secondo la ricostruzione della difesa, l’uomo quella notte ha effettuato il canonico giro di ricognizione e quindi non gli era imputabile alcuna mancanza. Diversa la visione dei giudici, che a lui hanno inflitto una condanna a cinque anni, oltre a risarcimenti milionari per le parti civili, tra cui Regione Lombardia, Regione Emilia Romagna e Ministero dell’Ambiente. “Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza” l’unico commento rilasciato dal suo legale, Fabio Fontanesi.

La sentenza desta grande stupore in comune a Monza “Sappiamo che un custode è stato giudicato colpevole di un disastro ambientale di dimensioni enormi ma non sappiamo perché – dichiara il Sindaco Roberto Scanagatti – Aspettiamo quindi di conoscere le motivazioni e comunque auspichiamo un ricorso in appello. Il fatto poi che il risarcimento milionario non sarà di fatto comunque esigibile dal soggetto condannato ci lascia delusi e amareggiati, perché ancora una volta i danni sono pagati da tutti i cittadini. Anche questo caso dimostra come controlli su attività così pericolose dal punto di vista ambientale non possano essere così tenui e comunque non possono essere lasciati sulle sole spalle dei comuni”.