Seveso Altopiano, nasce il primo gruppo di Controllo del vicinato

Inaugurato sabato 4 ottobre il primo gruppo di Controllo del vicinato all’Altopiano: più sicurezza, ma anche un modo per vivere la comunità.
A Seveso si parla di Controllo del vicinatogià dalla scorsa primavera: dopo tre incontri tra amministrazione e cittadini, e un’iniziativa simile “fai da te” mai veramente realizzatasi, ora si è passati ai fatti. È stato infatti inaugurato sabato 4 ottobre il primo gruppo di Controllo del vicinato, in via Belluno, nel quartiere Altopiano: «Un primo risultato tangibile dell’informazione e sensibilizzazione fatte in proposito – ha commentato il sindaco Paolo Butti -. Speriamo sia solo il primo di una lunga serie».
Il Controllo del vicinato è per definizione qualcosa che “parte dal basso”: l’amministrazione poteva proporlo, ma spettava ai cittadini assumersi l’impegno e mettersi in gioco, organizzandosi in piccoli gruppi (gli abitanti di un condominio, o di una o due vie) che comunicassero tra loro e con la Polizia per segnalare individui sospetti, o tentati crimini. Carmen è stata la prima a raccogliere l’idea: dopo uno degli incontri sul tema, interessata a questo mezzo alternativo per promuovere la sicurezza facendo rete, ha creato un nucleo di potenziali “controllori” e si è rivolta al Comune. «Sono andata di casa in casa per sciogliere i dubbi dei vicini – ha raccontato -. Qualcuno ha obiettato che, a stare sempre a guardare fuori dalla finestra non appena si sente un rumore, si rischia di fare la figura dei pettegoli. Ma se tutti i vicini danno il permesso non è un problema: dopotutto, lo si fa per stare più tranquilli». Complice, forse, il bisogno di sicurezza che in molti reclamano proprio all’Altopiano, Carmen alla fine l’ha spuntata e oggi ci sono tre cartelli a segnalare che la zona è “controllata”.
E non si tratta solo di difendersi dai malintenzionati: «Credo nel principio della comunità – ha aggiunto Carmen -: e comunità è essere insieme». Quella di sabato è stata in effetti soprattutto un’occasione per passare del tempo insieme, tra esponenti dell’amministrazione, vicini di casa e “comuni” cittadini, festeggiando con un piccolo rinfresco preparato da Carmen e da sua madre, un’arzilla signora ultra-ottantenne di origini bergamasche, ottima cuoca, che, nel 1937, fu la prima “immigrata” a venire ad abitare nel quartiere. Essere le prime a fare qualcosa deve essere una caratteristica delle donne di famiglia.