Tasse locali, il “j’accuse” dei sindacati contro i Comuni brianzoli

Cgil, Cisl e Uil puntano i loro riflettori sulla disorganizzazione e sugli aumenti costanti.
Dito puntato contro le amministrazioni comunali brianzole. Dalle organizzazioni sindacali del territorio sono piovute pesanti critiche nei confronti delle giunte municipali locali per la gestione della fiscalità.
I cittadini, dicono i sindacati, già alle prese con una pressione senza pari, hanno dovuto patire anche la confusione dei Comuni, i loro errori e mancanze che hanno finito per trasformare i brianzoli in veri e propri “sudditi”, prigionieri di una situazione quasi kafkiana grazie alle quale sapevano di dovere pagare, ma non quanto.
Mercoledì mattina Cgil, Cisl e Uil hanno così convocato una conferenza stampa per fare il punto della situazione sulle tasse che i brianzoli sono costretti a pagare. Tasi, Irpef, Tari, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Di certo, sottolineano i sindacati, oltre alla disorganizzazione delle amministrazioni, c’è un aumento esponenziale. I sindacati parlano del 130% nel giro di pochi anni. “I Comuni hanno dimostrato idee confuse e poca preparazione – hanno sottolineato -. Basti dire che solo due amministrazioni, Meda e Desio, si sono presa la briga di spedire a casa il bollettino con l’importo da pagare, ma purtroppo il calcolo era sbagliato”.
Ancora in temi di aumento, i sindacati hanno messo sotto i riflettori l’incremento registrato dall’Irpef, che dal 2006, in media, è passato da una percentuale di 0,22 a una di 0,58. In sostanza, più del doppio.
I sindacati chiedono così alle amministrazioni un impegno più puntuale su questo fronte e maggiore organizzazione, soprattutto per evitare che a rimetterci siano le classi più deboli. Un esempio: solo otto Comuni su 55 hanno adottato accorgimenti a favore degli anziani ricoverati in Rsa e quindi con la residenza in luogo diverso da quello della loro abitazione.