Vimercate, ex-Ibm: licenziati gli ultimi lavoratori Bames. Si chiude un’era

17 ottobre 2014 | 15:52
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Vimercate, ex-Ibm: licenziati gli ultimi lavoratori Bames. Si chiude un’era

Si è chiusa un’era. Oggi 17 ottobre sono stati licenziati gli ultimi 262 lavoratori della Bames, che per anni hanno lavorato nella sede della vecchia Ibm in via Kennedy a Vimercate.

Si è chiusa un’era. Oggi 17 ottobre sono stati licenziati gli ultimi 262 lavoratori della Bames, che per anni hanno lavorato nella sede della vecchia Ibm in via Kennedy a Vimercate.

Scaduta la cassa integrazione, proprio oggi, i lavoratori che per quasi otto anni a fasi alterne hanno ricevuto l’indennità di cassa integrazione, da domani dovranno fare domanda al sindacato per richiedere la mobilità. Una mobilità che potrà essere da uno a tre anni a seconda degli anni di anzianità di lavoro.

LA STORIA – I problemi per i lavoratori dell’Ibm iniziano nel 2003 con la ristrutturazione della multinazionale americana in Italia, con la chiusura dello stabilimento di Roma e il licenziamento di 180 dipendenti sui 1.100 totali e la cessione di ramo d’azienda a Celestica. Ma è nel 2006 che arrivano i tagli pesanti anche a Vimercate: su 900 dipendenti, 450 bames-ultimo-giornovengono dichiarati esuberi. Per la prima volta i lavoratori sono in sciopero generale e occupano l’azienda per opporsi alla drastica decisione.

Nel settembre del 2006 la Bartolini Progetti acquisisce le quote Celestica e cerca di portare nuovi progetti, che però si dimostreranno fallimentari. Molti prodotti innovativi non avranno una rete consolidata di distribuzione e rimangono tutt’oggi all’interno dei magazzini di Vimercate. Il Ghost way, un navigatore satellitare rimasto per la maggior parte invenduto; lo Spin per i pannelli solari e il Wi-max (rete internet ultraveloce) rimasta al palo.

“Oltre ai continui fallimenti dei progetti della Bartolini, sono iniziati a mancare i soldi ai lavoratori – ci spiega Gigi Redaelli, segretario Fim Cisl Brianza -. Abbiamo scoperto come buona parte dei Tfr dei lavoratori erano spariti e che la proprietà aveva iniziato a non pagare più assegni famigliari e una copertura assicurativa ereditata dalla gestione Ibm. In più lo studio che avevamo commissionato nel 2010, ci ha mostrato come tutte le liquidità presenti in azienda erano state prosciugate da Bartolini. Proprio per questo c’è un processo in atto da parte della procura di Monza”.

I debiti sono stati fatti anche nei confronti dei sindacati, che in tutti questi anni vantano dall’azienda quasi 100mila euro di crediti.

Il 5 dicembre scadrà la cassa anche per gli 85 lavoratori di Sem. Dopo si potrà pensare solo al rilancio dell’area: “L’assessore regionale Melazzini si è esposto in prima persona per cercare di reindustrilizzare l’area con il progetto che ha chiamato “Burocrazia Zero” – conclude Redaelli – c’è bisogno di imprenditori vogliosi di investire e ristrutturare l’area sul modello dell’Energy Park sorto nel quartiere Torri Bianche. Per noila partita non è ancora persa”.