Armstrong non paga, i calciatori mettono in mora il Monza

5 novembre 2014 | 10:04
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Armstrong non paga, i calciatori mettono in mora il Monza

I calciatori del Monza hanno deciso di mettere in mora la società presieduta dall’inglese Anthony Armstrong-Emery. Il motivo è la mancata corresponsione degli stipendi di settembre e ottobre.

I calciatori del Monza hanno deciso di mettere in mora la società presieduta dall’inglese Anthony Armstrong-Emery. Il motivo è la mancata corresponsione degli stipendi di settembre e ottobre, che va ad aggiungersi al fatto che hanno già rinunciato agli emolumenti di agosto per evitare alla squadra la sanzione di un punto di penalizzazione.

L’ennesima riunione di giocatori e staff tecnico – ormai sembrano più impegnati in discussioni che ad allenarsi, ma per il momento i risultati in campionato non ne hanno sofferto – ha dato un esito negativo non solo per la proprietà, ma anche per quei soggetti impegnati in questi giorni a organizzarsi, prendere contatti e provare l’acquisizione dell’ultracentenario club biancorosso. È vero che dalla messa in mora (che viene richiesta al Collegio arbitrale) all’ottenimento dello svincolo dalla società devono passare 42 giorni, ma la loro azione scoraggia chi già deve mettere assieme non solo tempo ed energie, ma anche capitali ingenti in breve tempo. Questi rischierebbero di tirar fuori milioni di euro per ripianare i debiti di una società svuotata del parco giocatori. Aspettare la prossima scadenza di pagamento degli stipendi per evitare penalizzazioni, quella del 16 dicembre, sarebbe stato più opportuno per eventualmente procedere con la messa in mora, ma tant’è. Il calcio di terza serie non è un gioco, ma un lavoro, e alcuni ragazzi hanno difficoltà a tirare a campare, considerando che non stiamo parlando degli ingaggi da favola dei campioni di Serie A.

calcio-monza-ulizio-mbPoi è chiaro che il nervosismo influisce sulle decisioni. Al centro sportivo Monzello la situazione è sempre più tesa, soprattutto dopo il Consiglio di amministrazione dello scorso giovedì, al quale non ha partecipato il presidente, ormai rifugiato da tempo a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. L’amministratore delegato Maurizio Prada e il consigliere Cristiano Perrotti, sentito il parere del Collegio sindacale incaricato della revisione legale dei conti, hanno deciso di concedere ancora undici giorni ad Armstrong-Emery, cioè fino al prossimo Cda, per inviare i soldi necessari a consentire la continuità aziendale. Altrimenti si porteranno i libri in tribunale per il fallimento con la convinzione che lì si presenterà più d’una cordata. Soluzione che non piace al direttore generale Mauro Ulizio, che anche per questo motivo starebbe per dimettersi. Per lui è pronta una scrivania alla Pro Patria, data la stima che ha per il dirigente sardo il “patron” Pietro Vavassori, che già stipendia come calciatore il figlio Andrea. Ulizio potrebbe sbarcare a Busto Arsizio con l’amico Morris Pagniello, imprenditore multitasking, titolare tra le altre della Genova International School of Soccer, già presidente del Trento, che da mesi sta trattando l’ingresso nel club “tigrotto”.

calcio-monza-armstrong-mbA proposito di cordate, c’è una “new entry”: è milanese e ha contattato il direttore tecnico Alfredo Pasini. In “pole position” resta il grande imprenditore veneto che, alleato a un immobiliarista lombardo, sarebbe disposto per un euro a rilevare il club con tutti i debiti (si parla di circa 2 milioni e 200mila euro). Peccato che Armstrong-Emery non abbia dato mandato al suo avvocato di fiducia per l’Italia, Arturo Meglio, di vendere la società. I casi sono due: o sta per chiudere la cessione del club a un soggetto straniero direttamente a Dubai o vuole che “Sansone muoia con tutti i Filistei”, che tanto nel Belpaese può anche non tornarci. Entro settimana prossima avremo comunque la prova di quanto l’imprenditore anglo-brasiliano ami il Monza.