Hanno costruito l’Energy Park, ora sono a casa

7 novembre 2014 | 00:02
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Hanno costruito l’Energy Park, ora sono a casa

Sono arrivati da Imola a Vimercate per incontrare Renzi, pregni della dignità della parte sana dell’Italia che lavora, le mani vuote e stanche dopo aver partecipato alla costruzione dell’Energy Parck.

Sono arrivati da Imola a Vimercate per incontrare Renzi, pregni della dignità della parte sana dell’Italia che lavora, le mani vuote e stanche dopo aver partecipato alla costruzione dell’Energy Park di Vimercate ed essere stati licenziati insieme ad altre 383 persone.

“Non credevo di dover mai guardare mio figlio negli occhi e dirgli che non ho soldi per pagare i libri di scuola – esordisce l’operaio, occhi blu sinceri come le sue parole – Abbiamo costruito noi tutto questo, e da luglio scorso siamo a casa. E Renzi non viene qui fuori a parlare da solo, arriva con la bella macchina e va dentro. Quelli lì dentro non hanno niente a che fare con noi”. Casco sulla testa, stringe in mano un blocco di polistirolo con scritto a pennarello il numero delle persone licenziate dopo la fine dei lavori:385. Una cifra che ormai non sciocca più, ma che non é un simbolo matematico, sono vite “A Imola, fuori dai supermercati, si iniziano a vedere troppo spesso persone frugare nei cestini della spazzatura – prosegue – soprattutto anziani. Aspettano che venga buttata via la frutta invenduta e vanno a prendersela. Cosa fanno questi qua dentro? Parlano e basta, non c’entra di sinistra o di destra, sono tutti uguali”.

Il suo collega ha passato trent’anni nelle cooperativa che poi è fallita “ho dato la mia vita alla Cesi, un consorzio di cooperative che ci ha mollato per liquidazione coatta. La Lega delle Cooperative a cui abbiamo fatto riferimento sapeva. Abbiamo parlato anche con Poletti (Ministro del Lavoro) inutilmente”.