“Licenziato da Micron: ora guadagno 900 euro al mese, ma sogno l’estero”

Vogliamo raccontarvi la storia di una delle tante persone che ha deciso di licenziarsi da Micron per tentare una nuova carriera, ma che ora fa i conti con un mercato del lavoro fermo.
Vogliamo raccontarvi la storia di una delle tante persone che ha deciso di licenziarsi da Micron per tentare una nuova carriera, ma che ora fa i conti con un mercato del lavoro fermo.
Per evitare problemi con la sua vecchia e la sua attuale azienda ha deciso di non comparire con nome e cognme nel nostro articolo, ma la sua è una delle tante storie di chi nel 2014 ha perso il lavoro e cerca di ricominciare fra mille difficoltà:
“Dopo l’accordo raggiunto fra i sindacati e Micron ad aprile, ho deciso di mettermi in mobilità e prendere l’incentivo offerto dall’azienda, sperando che la mobilità mi potesse aiutare a trovare lavoro più velocemente. Ma non è stato proprio come speravo. Almeno per quanto riguarda il mercato del lavoro in Italia: il primo possibile lavoro l’avevo quasi trovato in Svizzera ai primi di giugno. Era un’azienda dove avrei dovuto fare un lavoro molto simile a quello che facevo in Micron e dove mi offrivano uno stipendio equivalente a 6mila euro. Avevo superato tutte le prove ma alla fine per uno spostamento interno del personale non ho potuto più entrare.”
Il nostro amico, lavorava da 13 anni prima in St, poi in Numonyx e infine in Micron. Anni in cui da studente che lavorava solo nei week-end è entrato a far parte del settore qualità: “Dal primo spostamento di 300 lavoratori dalla sede di Agrate a Vimercate abbiamo iniziato a capire che ci sarebbero stati degli scossoni in azienda: a gennaio è arrivato l’annuncio degli esuberi e ad aprile è stato trovato l’accordo. A luglio mi sono licenziato. Dopo essermi illuso di lavorare in Svizzera con un ottimo stipendio, mi sono rimesso a cercare lavoro in italia dove ho dovuto accettare, per mantenermi e mantenere mia figlia, un lavoro in una società diversa da Micron e per 900 euro al mese.”
Ma la ricerca è stata difficile e frustrante soprattutto per quello che gli veniva detto dalle aziende:
“Per alcune aziende ero troppo poco qualificato, per altre invece ero troppo qualificato e questo per loro era un problema: sono ancora alla ricerca di un posto migliore ma in Italia non credo possa arrivare la giusta occasione. Ci sono differenze abissali fra due paesi confinanti come Italia e Svizzera. Anche la nuova riforma del lavoro non credo possa dare il giusto scossone all’ambiente lavorativo: ci vogliono pesanti tagli alle tasse nel mondo del lavoro per far emergere la tante piccole realtà che in Italia vengono stroncate sul nascere per colpa dei costi troppo alti.”