Ornago, licenziamenti Sensient: i lavoratori bloccano la produzione

Accordo non raggiunto alla Sensient di Ornago dove sono a rischio 30 posti di lavoro. Da oggi i sindacati hanno indetto sciopero e presidio ad oltranza fino a quando non si troverà una soluzione.
Accordo non raggiunto alla Sensient di Ornago dove sono a rischio 30 posti di lavoro. Produzione bloccata da questa mattina in attesa di un nuovo incontro.
Settimana scorsa i sindacati avevano incontrato i vertici aziendali per cercare di trovare una soluzione comune dopo che, ad ottobre, l’azienda aveva dichiarato di voler chiudere la sede di Ornago, trasferendo gli uffici e i suoi 30 addetti dell’amministrazione in nuovi uffici nel milanese o nella provincia brianzola. Per i 30 lavoratori del settore produttivo invece l’unica proposta era di trasferirsi nelle sedi inglesi del gruppo o accettare una buonauscita ancora da definire.
“Dall’azienda ci fanno sapere che non ci sono le risorse per pagare quanto abbiamo richiesto di buonuscita per ciascun lavoratore – fa sapere Eliana Schiadà, sindacalista della Filctem Cgil-Mb – ci hanno proposto di lavorare fino a marzo/giugno per accompagnare” la dismissione della fabbrica: in pratica di scavarci la fossa da soli. L’unica proposta dall’azienda è stata quella di un’integrazione economica all’indennizzo di mobiità di otto mesi: inaccettabile se pensiamo che si tratta di poco più di 5mila euro lordi.”
La Sensient-Flavour è una multinazionale statunitense che produce aromi. In Europa è presente in Italia, francia, Germania e Inghilterra. Dall’anno prossimo, come deciso dal Cda, in Europa dovranno rimanere produttive solo due sedi: Inghilterra e Francia. In Italia perderanno il posto 30 lavoratori: in Germania saranno invece 63.
“Non ci sono motivi economici legati a questa chiusura ma solo di riorganizzazione – continua Schiadà – alcuni lavoratori, i più giovani e quelli con contratti a termine avrebbero anche accetato un trasferimento all’estero. Una soluzione valida ma a cui non ne corrisponde una altrettanto dignitosa per chi non può o non vuole trasferirsi lontano da casa o dalla famiglia. Per questo la produzione non ripartirà fino a quando non avremo sul tavolo delle proposte serie”.