Chiese ad una minorenne un video osè: ridotta la pena al 19enne, ecco perchè

11 dicembre 2014 | 08:31
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Chiese ad una minorenne un video osè: ridotta la pena al 19enne, ecco perchè

“Ha diffuso un video di una minore in rete, ma non l’ha indotta a realizzarlo”. Questa, in sintesi, la motivazione della Corte di Appello di Milano, che ha ridotto la condanna ad un 19enne monzese.

Ha diffuso un video di una minore in rete, ma non l’ha indotta a realizzarlo”. Questa, in sintesi, la motivazione della Corte di Appello di Milano, che ha ridotto la condanna ad un 19enne monzese, accusato di aver divulgato un video osé di una 14enne e per cui era stato condannato in primo grado per diffusione e induzione alla produzione di materiale pedopornografico a due anni e otto mesi di reclusione.

Ha chiesto il video alla ragazzina, ma non l’ha indotta a girarlo, secondo il Tribunale milanese, e quindi la sua condanna in Appello è stata ridotta di un anno ed essendo l’imputato minore di 21 anni, oltre alla sospensione della pena perché incensurato, non avrà alcuna menzione sul certificato penale. Il giovanotto, nel gennaio 2013, secondo quanto rilevato dagli avvocati della vittima (che ora è fuori Italia a riprendersi la sua vita), avrebbe chiesto alla ragazzina di lui infatuata, di girare un video osé. La giovanissima, dopo aver chiesto consiglio ad un amico ed essersi sentita rispondere che “al belloccio più grande non piacciono le ragazzine vergognose”, ha accolto al richiesta del 18enne e poi gli ha inviato il video, credendo alla sua promessa di non mostrarlo mai a nessuno. Peccato che invece il video è finito in rete in men che non si dica, spopolando tristemente su social network e un sito hard, fino ad arrivare a pc e cellulari dei liceali monzesi. A quel punto “Viola” si è trovata sola, circondata da giudizi e insulti, sbeffeggiata e mortificata dai pettegolezzi di adolescenti e genitori. “Per strada mi guardano come fossimo dei mostri, mi giudicano” ci disse in intervista la madre di Viola. Madre di una ragazzina forse troppo ingenua e sprovveduta, colpevole solo di essersi innamorata della persona sbagliata e trovarsi tradita due volte, dall’amore e dall’amico.

Per il Tribunale di Milano, in sintesi, la colpa del 19enne non è quella di aver indotto a girare il video osé, ma solo di averlo messo in rete con la complicità dell’amico minorenne di entrambe (per cui è in corso un processo presso il Tribunale dei Minori di Milano). Gli avvocati di parte civile della ragazza, però, potrebbero decidere di ricorrere in Cassazione.