Michele Zaza porta in fotografia il “Corpo Cosmico” al MAC di Lissone

Mostra a cura di Walter Guadagnini. Appuntamento a Lissone – Museo d’Arte Contemporanea dal 13 dicembre 2014 al 15 febbraio 2015. Inaugurazione sabato 13 dicembre ore 18.00.
Inaugurazione sabato 13 dicembre ore 18 per la mostra fotografica di Michele Zaza al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone chiamata “Corpo Cosmico“, in programma fino al 15 febbraio. Le immagini occuperanno le cinque grandi vetrate al pianterreno che si affacciano sul viale della stazione e saranno visibili di giorno e di notte per i successivi cinque mesi, “dialogando” con i passanti.
Tra i più acclamati maestri della fotografia concettuale italiana, Zaza ha sempre analizzato la condizione umana, in particolare il corpo e il volto. Quest’ultimo è inteso sia come spazio, sia come luogo della nostra identità, mentre il corpo venendo dipinto evidenzia le funzioni vitali, mostrando un universo interiore magico. Ne nasce un racconto per immagini in cui le figure assumono il ruolo di viaggiatori che risalgono alla propria origine per riscoprire se stessi.
La ricerca di Zaza si sviluppa su idee contrapposte: nascita/morte, istante/eternità, finito/infinito, psichico/fisico, divino/umano. A interessarlo è il concetto di un’esistenza fondata sugli opposti. L’artista infatti dichiara: “il linguaggio dell’arte possiede la qualità di trascendere il reale fino a sostituirlo con un’ulteriore apparenza, più conforme alla verità soggettiva, fino a poter asserire che se l’iterazione del quotidiano uccide l’arte, questa a sua volta risorge per uccidere la quotidianità”.
“La fotografia è il tempo di un momento della nostra esistenza. Il mio lavoro possiede una componente metafisica piuttosto rilevante nel senso che stimola il fruitore a leggere una dimensione psichica dello spazio e della presenza umana. La rappresentazione non è la mimesi del già visto, ma del pensato. La fotografia ha un ruolo strumentale. Essa è un mezzo efficace e fedele per visualizzare le mie domande sull’esistenza umana”. È con queste parole che Michele Zaza spiega il suo rapporto con la fotografia, medium privilegiato che consente all’artista di osservare, interrogare, criticare e ricreare l’esistente.