Brianza, profughi: sindacati e associazioni chiedono centro di accoglienza

16 dicembre 2014 | 11:24
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Brianza, profughi: sindacati e associazioni chiedono centro di accoglienza

Fino ad ora si è utilizzata l’ex scuola comunale di Monza in via Spallanzani, che però da novembre si deve occupare dell’emergenza freddo.

Il modello di gestione c’è e funziona, quello che manca è la struttura. A riportare sotto i riflettori il problema dell’accoglienza profughi in Brianza sono sindacati e associazioni. Fino ad ora si è utilizzata l’ex scuola comunale di Monza in via Spallanzani, che però da novembre non può più ospitare i richiedenti asilo ma deve occuparsi dell’emergenza freddo.

È proprio su questo punto che ruota la questione, ogni provincia deve fare la sua parte e a Monza e Brianza c’è l’urgenza di trovare un nuovo posto per accogliere almeno inizialmente i profughi, insomma una struttura di filtro iniziale. Serve un posto che possa ospitare una trentina-cinquantina di persone per volta, in cui un migrante possa fermarsi pochi giorni prima di trovare un’abitazione o una soluzione stabile dove attendere i mesi necessari ad avere la risposta dallo Stato sulla richiesta d’asilo.

Sopralluoghi ne sono stati fatti ben cinque, alcuni ancora prima dell’estate raccontano sindacati e associazioni. Prima nella palazzina di ex psichiatria all’interno dell’area dismessa dell’ospedale vecchio di Vimercate, poi è stato individuato uno spazio nel complesso del vecchio ospedale San Gerardo, poi ancora due strutture private, fino alla soluzione di Mombello nel comune di Limbiate che sembrava anche quasi andare bene, perchè se inizialmente pareva essere adatto ad accogliere grandi numeri, ora il numero di posti disponibili si è ridimensionato parecchio: «Su Mombello si è creato un equivoco – spiega Roberto D’Alessio, presidente del Consorzio comunità Brianza che riunisce la rete del privato sociale titolare del bando territoriale che gestisce il progetto emergenza rifugiati 2014 -. Si è partiti con una soluzione ma si è arrivati ad un’altra, che non può funzionare come centro di accoglienza di primo livello».

«E’ un problema serio» commenta Rita Pavan della segreteria brianzola Cisl. «Oggi la risposta che chiediamo alle istituzione è di carattere strutturale. Il modello che è stato adottato fino ad oggi ha funzionato, non ha mai creato problemi, l’impatto sul territorio è stato zero – incalza Simone Pulici della segreteria brianzola Cgil – Al momento non c’è emergenza, ma bisogna trovare la struttura perché il fenomeno dei migranti non si fermerà».

I DATI – In Brianza sono 35 i luoghi dove sono ospitati i richiedenti asilo, per lo più sono abitazioni private. Da aprile ne sono transitati 576, ora ne sono presenti 290, con nuovi arrivi di circa una decina la settimana. Trascorsi i mesi per avere risposta sull’asilo in molti hanno poi deciso di lasciare l’Italia. Sull’emergenza libica dei 250 accolti ne sono rimasti sul territorio solo una decina.

L’argomento sarà approfondito giovedì sera alle ore 21 in biblioteca a Vimercate. L’iniziativa dal titolo: “Accogliere le persone… tra diritti, lavoro e integrazione” è a cura delle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil con i gestori del progetto per i rifugiati Consorzio Comunità Brianza e Cs&l e patrocinato dal comune di Vimercate.