Vigili del Fuoco: intervista al primo volontario di Monza, Giampaolo Maggi

9 dicembre 2014 | 14:37
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Vigili del Fuoco: intervista al primo volontario di Monza, Giampaolo Maggi

Il camion rosso dei pompieri che interviene per salvare una vita visto con gli occhi di bambino, poi l’incontro con un Vigile del Fuoco e una passione per il volontariato hanno reso Giampaolo Maggi il primo volontario di Monza, nel 1994.

Il camion rosso dei pompieri che interviene per salvare una vita visto con gli occhi di bambino, poi l’incontro con un Vigile del Fuoco e una passione per il volontariato hanno reso Giampaolo Maggi il primo volontario di Monza, nel 1994.

A pochi giorni dalla festa di Santa Barbara, patrona dei pompieri, Maggi (responsabile distaccamento VVF di Vimercate), racconta come ha iniziato la sua avventura.

«Guardavo un camion da bambino, lo vidi correre a sirene spiegate per un intervento e rimasi affascinato – racconta Giampaolo, 53 anni, moglie due figlie – nel 1994 ho conosciuto un vigile del fuoco, la sua dedizione mi ha ispirato e grazie a lui sono entrato come primo volontario a Monza. Ci sono rimasto quattro anni, poi mi hanno spostato a Seregno e infine nel 2006 sono arrivato a Vimercate».

E proprio a Vimercate Maggi ha aperto il distaccamento «Grazie all’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco che mi ha aiutato, abbiamo aperto il distaccamento, dopo una trafila non semplice – prosegue Maggi – insieme ad Enrico Brambilla siamo riusciti a partire. Eravamo in sei, adesso siamo in quarantatré, tutti volontari. Il primo corso durava centoventi ore, adesso bisogna farne duecento, imparare ad intervenire sugli incidenti, essere preparati quando scoppiano incendi in stabilimenti chimici e a gestire le fiamme».

In questi anni Maggi ha lavorato sodo, insieme ai suoi ragazzi, e in questa passione per il soccorso, ci sono stati momenti belli e brutti «Ricordo il salvataggio di un micino caduto in un tubo, a due metri di profondità – spiega – lo abbiamo salvato per miracolo, era appeso per le zampe, è stato emozionante aiutare quella creatura. Ma ci sono volte in cui è davvero difficile, specie quando arrivi su un incidente stradale e ti trovi davanti persone che soffrono e che ti dicono che hanno paura di morire».

Maggi ha anche partecipato a missioni umanitarie, è stato in Kossovo a portare generi di prima necessità nel 2005 e nel 2011, e non si è ancora fermato «Per me è una missione – conclude – continuerò fino a sessant’anni, quando per legge sarò obbligato a mollare, non prima».