“Lombarda Petroli”, custode condannato per quell’auto e i rumori non sentiti

23 gennaio 2015 | 10:24
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“Lombarda Petroli”, custode condannato per quell’auto e i rumori non sentiti

Il custode al cellulare, l’auto ferma e i fari che lampeggiano. Questi alcuni i particolari evidenziati dai giudici del Tribunale di Monza, che hanno portato alla condanna di Crespi.

Il custode al cellulare, l’auto ferma e i fari che lampeggiano. Questi alcuni i particolari evidenziati dai giudici del Tribunale di Monza, nella motivazione alla sentenza di condanna al custode Giorgio Crespi, per il “disastro Lombarda Petroli”. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dopo la mezzanotte del 23 febbraio 2010, all’esterno dell’ex raffineria di Villasanta arrivò un’auto, posteggiò nel parcheggio antistante e fece diversi lampeggi con i fari in direzione dell’ingresso.

Il giro di ricognizione del custode sarebbe poi partito meno di mezz’ora dopo, un’ora e venti circa prima dello sversamento dei serbatoi nelle fognature, con la conseguente messa in atto di un vero e proprio disastro ecologico. Secondo i giudici è “impossibile che il custode non si sia accorto della presenza dell’auto e che non abbia udito i rumori delle pompe dei serbatoi, che si sentono anche a distanza. L’apertura delle valvole era poi possibile solo grazie a mani esperte”.

Nel processo Lombarda Petroli così l’unico condannato è stato il custode.