Anche a Monza si festeggia San Biagio, con il panettone “posso”

Un pezzettino di panettone e la tradizione sarà rispettata. Oggi, festa di San Biagio, la tradizione vuole che «se benedis la gola e él nas».
Un pezzettino di panettone e la tradizione sarà rispettata. Oggi, festa di San Biagio, la tradizione vuole che «se benedis la gola e él nas».
E a Monza la storia della chiesa di San Biagio è affascinante. Le fondamenta risalgono al 1141, poi fu riedificata nel 1746 dell’architetto monzese Pietro Jacopo Antonietti.
Una nuova chiesa fu costruita sempre in via Carlo Prina accanto alla vecchia tra il 1965 e il 1968 su progetto dell’architetto Luigi Caccia Dominioni: la prima pietra fu benedetta il giorno dell’ingresso ufficiale di don Mario Tomalino. Il progetto, ispirato alle moderne linee di architettura postconciliare, ricorda nella struttura la forma di una tenda.Dopo la seconda guerra mondiale l’antico edificio versava in condizioni precarie finché il 26 febbraio 1977 crollò su sé stesso, senza causare vittime, a causa di alcune debolezze strutturali; fu alla fine completamente abbattuto. ne resta ancora visibili la cupola in rame.
La chiesa è intitolata proprio a San Biagio, quel santo che la «Legenda Aurea» narra che un giorno una mamma portò a quest’uomo, un guaritore armeno eletto vescovo nel IV secolo d.C, il figlio che stava morendo a causa di una lisca di pesce conficcata in gola. Il medico armeno gli fece ingoiare una grossa mollica di pane che, rimuovendo la spina, salvò il ragazzo. Biagio morì decapitato sotto Diocleziano o, forse, Licinio.
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Partecipazione gratuita. Prenotazione obbligatoria e info: n. 039 2307126