Hockey, un “monzese” in Nazionale dopo 19 anni. È “bomber” Davide Zucchiatti

13 febbraio 2015 | 09:51
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Hockey, un “monzese” in Nazionale dopo 19 anni. È “bomber” Davide Zucchiatti

Non succedeva da 19 anni che una squadra cittadina di hockey su pista potesse vantare un giocatore nella Nazionale A.

Non succedeva da 19 anni che una squadra cittadina di hockey su pista potesse vantare un giocatore nella Nazionale A. Praticamente un’eternità per la disciplina più scudettata del capoluogo della Brianza, grazie ai successi dell’HC Monza e del SH Roller Monza.

L’ultima volta toccò proprio a tre giocatori biancazzurri: i mitici gemelli Alberto e Alessandro Michielon, di Bassano del Grappa, e Dario Rigo, di Trissino, quest’ultimo ancora adesso impegnato in Serie A1 con la squadra del suo paese.

hockey-pista-monza-zucchiattiL’HRC Monza, la nuova società che ha riportato nelle prime due serie il nome della città dopo 18 anni, ha avuto ora anche l’onore di aver dato l’ultima spinta a Davide Zucchiatti verso quella maglia azzurra che il 23enne “bomber” friulano meritava per la quantità di reti messe a segno nelle ultime stagioni. In Brianza, Davide ha finora realizzato 16 gol, mettendosi al servizio del gruppo quando l’allenatore Tommaso Colamaria glielo ha chiesto. L’obiettivo da raggiungere è la promozione della squadra in Serie A1 e ci sono altri bravi giocatori che sanno andare in rete con una certa facilità. Zucchiatti infatti non è l’unico biancorossoazzurro ad aver vinto la Stecca d’Oro di capocannoniere della Serie A2 (nel 2014 realizzando la bellezza di 53 reti): c’è anche il molfettese, ma novarese d’adozione, Fabrizio Mastropierro (nel 1999 limitatamente al Girone B, essendo una volta l’A2 divisa in due gironi).

Il commissario tecnico della Nazionale, Massimo Mariotti, tra l’altro un ex fuoriclasse dell’HC Monza, è in cerca di nuovi talenti, magari già da portare al Campionato mondiale in programma a fine giugno a La Roche-sur-Yon, in Francia. A tale proposito, il settore Squadre Nazionali della Federazione sta organizzando una serie di raduni con l’obiettivo di visionare e monitorare tutti gli atleti di interesse nazionale. Davide Zucchiatti, di Pordenone, è uno di questi e ha avuto i suoi due giorni in azzurro l’1 e 2 febbraio scorsi al PalaCastellotti di Lodi, sede del raduno. Tre allenamenti di due ore l’uno assieme a 14 compagni d’avventura.

Hockey-Club-Monza-Massimiliano-Ogliari3Ti aspettavi la convocazione in Nazionale? “No. E per questo motivo sono più contento. È stata una bella esperienza, con buoni allenamenti e partitelle in famiglia”.
Quanto speri in un richiamo in azzurro per il futuro? “A Lodi mi sono impegnato al massimo, poi quello che sarà sarà. Al Mondiale non credo di andare: dovrebbero farsi male in tantissimi… E comunque, detto francamente, tra la partecipazione al Mondiale in Francia e la promozione del Monza preferisco 10 volte la seconda”.
Con chi hai festeggiato la convocazione? “Solo coi miei genitori e i miei due fratelli, anche perché sono ‘single’”.
Figlio d’arte e fratello d’arte tra l’altro… “Beh, mio padre ha giocato nel Pordenone solo a livello giovanile. Mio fratello Enrico, che ha 5 anni meno di me, è mio avversario in A2 nell’UVP di Modena e Mirandola. Siamo cresciuti naturalmente nella stessa società, ma già due anni fa, quando io giocavo a Vercelli e lui a Pordenone, ci siamo sfidati in Friuli. In quella occasione l’emozione fu tanta anche perché avevo contro molti miei ex compagni che militavano nella squadra della mia città. Stavolta a Modena più che emozione ho provato soddisfazione perché mi risulta che siamo gli unici friulani impegnati in uno dei due campionati maggiori”.

hockey-pista-monza-biassono-zucchiattiTra il Pordenone, dove ha iniziato all’età di 6 anni, e l’Amatori Vercelli, l’ultima sua squadra prima di arrivare a Monza, Davide ha militato anche nel Modena, nel Bassano 54 e nel Pordenone 2004. Col Pordenone ha vinto la Coppa Italia Ragazzi nel 2001 e il campionato Ragazzi nel 2002, a Bassano del Grappa la Coppa Italia Juniores nel 2008. Curiosità: la maglia azzurra l’aveva già assaggiata grazie a una convocazione in Nazionale Under 15.
Nonostante la giovane età hai già avuto diversi allenatori, alcuni dei quali hanno giocato a Monza… “Sì, ricordo volentieri Lucio Marrone (ex difensore del Monza e del Roller Monza, ndr), perché con lui ci si allenava bene e mi ha fatto crescere, e Federico Paghi (ex portiere del Monza, ndr), perché ci allenava tantissimo, anche sei ore al giorno!”.
Perché la scorsa estate hai scelto di venire a Monza? “Me l’ha chiesto Franco Girardelli (il vicepresidente biancorossoazzurro, ndr) durante la final eight di Serie B ospitata a Pordenone, alla quale ho assistito perché nella squadra di casa giocava mio fratello. Avevo ricevuto diverse altre proposte, ma quella di ‘Cirio’ era quella che si adattava meglio alle mie esigenze professionali. E comunque qui c’è un bel progetto e in società ci sono persone serie”.
Che squadra è stata costruita e che obiettivi può raggiungere? “Siamo una squadra competitiva. Se giocheremo come sappiamo fare ci qualificheremo sicuramente ai play-off, ma forse saliremo direttamente in Serie A1, visto che la lotta per il primo posto sembra essersi ristretta a noi e al Castiglione”.

hockey-monza-pista-zucchiattiA parte l’hockey, che non è uno sport professionistico, cosa ti riempie la vita? “Il lavoro, appunto. Ho il diploma di perito elettronico che metto a frutto come responsabile di qualità nell’azienda di trasformatori elettrici di mio papà. Nel tempo libero, soprattutto d’estate, amo pescare. Fino a poco tempo fa, inoltre, mi piaceva praticare anche il motocross. Poi ho i miei amici in Friuli con cui uscire qualche volta la sera”.
Se quando giochi (al PalaRovagnati di Biassono, dal momento che a Monza incredibilmente non esiste una pista regolamentare) non ti senti a casa, puoi sempre invitare i tanti friulani che in Brianza sono emigrati, trovando lavoro e mettendo su famiglia… “Volentieri. Rivolgo loro un appello a venire a tifare per me e per il Monza. In caso di promozione in A1 prometto di portare vini dal Friuli per brindare tutti assieme”.
L’importante è che il bianco e il rosso siano accoppiati…

Foto di Massimiliano Ogliari

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