Monza, trasporto pubblico: lite infinita fra Provincia e Comune

11 febbraio 2015 | 09:17
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Monza, trasporto pubblico: lite infinita fra Provincia e Comune

Sulla questione le due amministrazioni si sono confrontate a colpi di carta bollate sia al Tar che al Consiglio di Stato.

Sembrava finta la querelle fra Comune e Provincia sul trasporto pubblico. Invece, il nodo creatosi dopo le elezioni provinciali del 2009 e la conseguente nomina di Monza a capoluogo, è tutt’altro che sciolto e palazzo Isimbardi reclama ben 7 milioni di euro per avere gestito fra il 2009 e lo scorso 31 dicembre i trasporti di cintura urbana.

Sulla questione le due amministrazioni si sono confrontate a colpi di carta bollate sia al Tar che al Consiglio di Stato. La sentenza finale, arrivata la scorsa primavera dopo un primo round vinto dalla Provincia, può essere riassunto con un “mettetevi d’accordo voi”, ma siccome un’intesa non è mai stata raggiunta, ecco che gli avvocati della Provincia hanno fatto recapitare ai colleghi dell’avvocatura comunale ben due ingiunzioni di pagamento, l’ultima lo scorso autunno poco prima che Dario Allevi, ex presidente di una giunta targata Pdl – Lega, lasciasse il posto a Gigi Ponti del Pd.

Gigi Ponti

Gigi Ponti

Senza scendere in troppi particolari tecnici e burocratici, la questione può essere riassunta così. Dopo la promozione a capoluogo, il Comune avrebbe dovuto preoccuparsi di gestire il trasporto pubblico locale. Tuttavia, in virtù di un accordo di programma stipulato nel 2007, il servizio è rimasto in capo alla Provincia di Monza, che lo aveva ereditato da quella di Milano. Del pacchetto faceva parte sia il trasporto urbano, che quello di cintura. E il problema nasce proprio qua, perché il Comune fino a oggi ha pagato solo per il servizio cittadino, ma non per quello periferico. I giudici del Tribunale amministrativo della Lombardia avevano dato ragione alla Provincia.

Andrea Monti

Andrea Monti

Tuttavia, il successivo ricorso al Consiglio di stato ha rimesso in equilibrio la bilancia e i giudici hanno invitato le due amministrazioni a mettersi d’accordo sulla definizione di area urbana e, di conseguenza, sull’ammontare delle somme corrisposte. Tuttavia, siccome le parti un accordo non l’hanno trovato, l’ex presidente dalla Provincia, Dario Allevi, ha fatto partire due ingiunzioni. Ma un po’ alla volta, la questione si sta spostando dal piano giudiziario e legale a quello politico.

Il nuovo presidente Ponti ha infatti fatto sapere di essere intenzionato a trovare un’intesa. I partiti d’opposizione e in particolare la Lega però non condividono la posizione. “Chiederemo chiarimento nel prossimo consiglio – ha spiegato il consigliere provinciale del Carroccio, Andrea Monti -. Questi sette milioni sono già a bilancio e non possiamo rinunciarvi”.

Paolo Confalonieri

Paolo Confalonieri

La replica del Comune è arrivata attraverso Paolo Confalonieri, assessore alla Mobilità. “Abbiamo pagato i quasi tre milioni di euro per il servizio di trasporto urbano – replica Paolo Confalonieri, assessore alla Mobilità del Comune -. Ci siamo attenuti alle disposizioni della sentenza del Consiglio di Stato e per quanto ci riguarda la questione finisce qua”.

All’orizzonte si profila dunque una nuova vertenza giudiziaria fra i due enti? Forse. Di certo c’è che in queste ultime due settimane il Comune sta  collezionando cause legali. Alla lite con palazzo Grassi si sono aggiunti il risarcimento danni per la questione ex macello, una causa per mobbing e un’ altra richiesta di danni avanzata da un ristoratore che un anno fa si diede fuco in viale Lombardia.