Nuove misure Iva, aziende in difficoltà: parla imprenditore di Confartigianato

17 febbraio 2015 | 09:33
Share0
Nuove misure Iva, aziende in difficoltà: parla imprenditore di Confartigianato

Split payment e aumento del reverse change: sulla questione parla un imprenditore di Monza: «È una cosa che ci è caduta in testa all’improvviso».

Nei giorni scorsi il segretario generale di APA Confartigianato, Paolo Ferrario, si era espresso contro le misure varate con la Legge di stabilità 2015 sull’imposta sul valore aggiunto: «L’ampliamento dell’applicazione del reverse charge e lo split payment rischiano di provocare lunghi tempi d’attesa per il rimborso dell’Iva a credito e procedure burocratiche onerose per le aziende – aveva dichiarato a MB News -. Così non si fa che peggiorare la situazione finanziaria, già precaria, delle imprese che operano con la Pubblica Amministrazione o che lavorano nei settori dell’edilizia, dell’impiantistica e dei servizi di pulizia».

«Ad essere in difficoltà sono soprattutto le piccole aziende – spiega Zayed Ahmed, dal 2006 a capo di un’impresa di pulizie che opera in tutto il territorio della provincia di Monza e della Brianza. La sua è una bella storia, di una persona che partendo da zero ha messo in piedi un’azienda che funziona: -. In Egitto ero una guida turistica, ma quando mi sono trasferito mi sono dovuto adattare, e ho cominciato a lavorare come operaio in un’impresa di pulizie. Dopo qualche anno sono riuscito ad aprirne una mia, e ora ho 7 dipendenti, tutti italiani: lavoriamo per aziende e condomini».

Un traguardo di cui andare fieri, specialmente in tempi di crisi, ma che le nuove misure rischiano di compromettere.  «Teoricamente le piccole imprese artigiane non dovrebbero essere penalizzate più di tanto – spiega -. Ma noi abbiamo tanti insoluti, soprattutto nei condomini. Con questa novità non solo viene a mancare una liquidità immediatamente spendibile come quella dell’Iva, ma, se i pagamenti non vengono effettuati, l’impresa si trova ancora più in difficoltà. Senza contare il caos che ha provocato la nuova norma – continua Zayed Ahmed -, all’inizio non si sapeva bene come applicarla, tanto più che non ci aspettavamo una cosa simile.  E la parte burocratica: occuparsene significa un onere in più per le imprese, nella forma di un aumento della parcella del commercialista. Confartigianato sta cercando di protestare e far sentire la nostra voce – conclude -, in attesa di un colloquio con le attività competenti. Ma, per il momento, non c’è nessuna novità».