Barlassina ospita 8 profughi (ma in una struttura privata)
23 marzo 2015 | 00:21

I timori dell’opposizione, manifestati a settembre, si sono materializzati qualche mese dopo. Le rassicurazioni del sindaco e i dubbi di Donatella Galli (Lega Nord).
A Barlassina la questione dei profughi era già stata affrontata in Consiglio comunale a settembre.
I consiglieri Paolo Vintani (Scelgo Barlassina), Donatella Galli (Lega Nord) e William Ricchi (Barlassina Viva) avevano formulato in merito un’interrogazione al sindaco Piermario Galli. Il primo cittadino aveva in realtà già risposto negativamente alla richiesta di ospitalità del prefetto, per via dell’assenza di strutture adeguate all’accoglienza, ma aveva diffuso una comunicazione per chiedere ai cittadini l’eventuale disponibilità alla locazione di alloggi in loro possesso. Ora, però, i timori dell’opposizione si sono materializzati: ci sono attualmente otto profughi sul territorio comunale, ospitati in un alloggio preso in affitto dalla cooperativa sociale D&G Research, di Seveso. «Siamo inalberati – commenta Donatella Galli -, era stato detto chiaramente che non era possibile ospitare altra gente a Barlassina. E poi, se il prefetto vuole il nostro aiuto, che almeno ci avvisi. Poteva almeno dirlo al sindaco». «Ricordo che è compito dell’associazione e non del prefetto avvertire il sindaco circa l’arrivo di profughi sul territorio comunale – chiarisce invece, più moderatamente, il primo cittadino -. E la comunicazione è arrivata con le tempistiche corrette».
«I profughi sono ospitati in via Montesanto – spiega Piermario Galli -. Dei primi sette abbiamo ricevuto comunicazione da parte dell’associazione, come da normativa di legge, in data 20 gennaio 2015, mentre dell’ottavo la comunicazione ci è pervenuta il 7 febbraio 2015. Come amministrazione comunale abbiamo effettuato un sopralluogo, anche se ciò non rientrava nelle nostre competenze ma in quelle del prefetto, in data 30 gennaio. Tre persone provengono dal Senegal, due dal Gambia, due dalla Nigeria, e una dalla Somalia. Sono tutti uomini di età compresa fra i venti e i trent’anni. Al momento – conclude – non registriamo nessuna criticità e ci auspichiamo che possano ben integrarsi».
Per l’altra Galli, invece, qualche dubbio resta: «Mi spiace dirlo, ma speriamo che non ne arrivino altri – commenta -. Sicuramente sono bravissime persone, ma averli sul nostro territorio crea sempre problemi di bilancio. Non è colpa loro, è povera gente e hanno bisogno di tutto, ma noi non abbiamo i mezzi per aiutarli». Ma per questo ci sono le associazioni. O no? «Speriamo che siano davvero tali» conclude la Galli del Carroccio. Non sono rare, infatti, le organizzazioni che sfruttano opere di volontariato per puro profitto.