Morto patron Candy, i sindacati: “Quali prospettive per Brugherio?”

Ieri si sono svolti i funerali del patron della Candy, Peppino Fumagalli, i sindacati oggi si chiedono se i figli e il nipote vorranno ancora delocalizzare o no?
Lunedì 9 marzo è venuto a mancare il presidente onorario della Candy, Peppino Fumagalli. Una grande figura quella di Peppino Fumagalli che ha costruito un impero degli elettrodomestici e che ha sempre saputo mantenere saldo il suo legame con il territorio: in diverse interviste aveva dichiarato di non voler lasciare Brugherio dove ha sede in via Eden lo stabilimento. Ma ora, dopo la sua scomparsa e dopo le ultime delocalizzazioni, cosa potrebbe succedere?
“C’è un po di preoccupazione fra i lavoratori che si chiedono e chiedono a noi sindacati quello che potrebbero fare i figli e il nipote, che negli ultimi anni hanno deciso di portare all’estero buona parte della produzione – ci spiega Paolo Mancini, coordinatore Rsu Candy, Fiom Cgil – come membro della Rsu credo non ci sia un vero pericolo che Brugherio posso aver problemi: con l’aiuto di istituzioni, azienda e lavoratori si potrà guardare avanti. Il 20 ci incontreremo con i vertici aziendali e parleremo del contratto di solidarietà che stiamo portando avanti. Nell’incontro sfiderò i vertici aziendali con una proposta: noi lavoratori di Brugherio ci impegniamo ad aumentare la produzione di macchine all’ora ma in cambio l’azienda farà tornare in Italia alcuni modelli fino ad ora prodotti in Cina. Siamo convinti che i nostri prodotti, di migliore qualità rispetto a quelli cinesi, posano anche rilanciare l’immagine “made in Italy” di Candy”.
Anche il segretario della Fiom MB, Angela Mondellini, si chiede come potrà cambiare l’orientamento aziendale di Candy: “La figura di Peppino Fumagalli è stata da sempre il simbolo della Candy e il suo attaccamento al territorio è stata anche una garanzia per tutti i lavoratori che hanno lavorato e lavorano a Brugherio – afferma Angela Mondellini, sergretario Fiom Cgil MB – Non sappiamo se ora la politica aziendale cambierà riguardo alla stabilimento brianzolo, noi comunque cercheremo di mantenere la produzione anche in Italia, anche se il mercato globale degli elettrodomestici è molto ampio e competitivo“. Nel 2014 la produzione a Brugherio è calata e l’incontro del 20 servirà a capire le prospettive lavorative e produttive per il 2015”.
Sulla stessa linea di pensiero anche Nicola Alberta, Fim Cisl Lombardia: “Come Cisl Brianza ci teniamo a sottolineare la vicinanza alla famiglia per quanto successo per una persona che insieme al padre ha creato un grande gruppo – afferma Nicol Alberta, Fim Cisl Lombardia – In questi anni l’azienda ha avuto alcune difficoltà sul mercato che si sono ripercosse anche sullo stabilimento di Brugherio: la Candy è ormai una multinazionale e le decisione che verranno prese risponderanno a logiche di un mercato molto competitivo dove lo stabilimento di Brugherio è solo una parte”
Come riportato da wikipedia, La Candy Hoover Group è la sesta azienda europea produttrice di elettrodomestici. Il gruppo conta 40 sedi consociate in vari paesi, e 8 stabilimenti, 1 in Italia (Brugherio) e 6 all’estero (Cina, Francia, Repubblica Ceca, Russia, Spagna e Turchia), dove annualmente produce circa 6 milioni di pezzi, e in organico conta oltre 5.500 dipendenti (81% all’estero). Proprio per questa sua politica di delocalizzazione produttiva orientata verso l’Europa Orientale e l’Asia, recentemente la Candy ha chiuso gli impianti produttivi italiani di Cortenuova, Erba e Santa Maria Hoè e quello gallese di Merthyr Tydfil.