Cogliate, è polemica tra Lega Nord e sindaco: quando un simbolo politico è fuori posto?

Durante la cerimonia di consegna del Cavalierato ad Hafez Haidar, lo scrittore è stato ritratto in una foto con un (dice la Lega) manifesto politico. Ma (replica Minoretti) era una sua poesia.
A Cogliate è polemica tra Lega Nord e il sindaco Giuseppe Mario Minoretti (Pd). La causa? Un simbolo politico. Che, come accusano i leghisti di Cogliate, è stato imposto nel corso di una cerimonia istituzionale.
Si parla di un fatto avvenuto un paio di settimane fa: il 20 febbraio presso la Banca di Credito Cooperativo di Barlassina si è tenuta una cerimonia pubblica per la consegna dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica allo scrittore e poeta Hafez Haidar, da anni residente a Cogliate, motivata con la lunga e costante attività culturale in favore del dialogo tra Italia e il Medio Oriente. Ora la Lega Nord di Cogliate punta il dito contro quella che viene da loro definito «un gesto di una bassezza politica senza precedenti»: in una foto dell’evento compare Haidar in posa con un manifesto che porta il simbolo della “Lista Civica – Uniti per Cogliate”, cui appartiene l’attuale sindaco Minoretti.
«Portare sul palco il simbolo di Upc rappresenta non solo un atto di arroganza – scrivono i leghisti di Cogliate su Facebook -, ma anche l’incapacità di comprendere che un sindaco deve rappresentare l’intera comunità e non solo quelli che lo hanno votato, che nel suo caso sono pure una minima parte -. E concludono -: Vi immaginate se al posto di quel simbolo ci fosse stato quello della Lega Nord? Sarebbe successo un finimondo».
Quello però non era un manifesto elettorale, ma solo il testo di una poesia. «Haidar ha letto una poesia che gli avevamo chiesto di comporre sulla partecipazione dei singoli alla vita della comunità, un testo che avevo utilizzato per presentare la mia candidatura, quando iniziò il mio impegno politico nel 2008 – spiega Minoretti in un comunicato stampa -. Al termine della serata ho voluto donare il manifesto con la poesia scritta da Hafez, sul quale certo compariva il simbolo della lista civica. Ma non è stato fatto, come qualcuno ha detto, per scopi politici. I presenti hanno saputo cogliere il messaggio che si voleva trasmettere, quello dell’importanza di sentirsi ciascuno protagonista della propria comunità, attraverso il testo di Haidar. Gli assenti hanno voluto polemizzare».
A supportare i colleghi del Carroccio è intervenuto, con un lungo post sul suo blog, anche il consigliere provinciale Andrea Monti: «Questi signori, fintamente ignari e spavaldi, hanno messo in posa tutti per benino: ragazzi, bambini, musicisti, persino un finanziere, precisi dietro un simbolo di un partito politico, in quella che era invece una manifestazione istituzionale. Quindi di tutti e non di una sola parte politica – ha commentato -. Si dirà vabbè, in fondo è una bagatella. Può anche darsi, ma è un brutto segnale. Perché questi sindaci del Pd, nel solco della migliore tradizione di quella sinistra radical chic e un po’ snob, si sentono forse un po’ diversi dagli altri, nel senso naturalmente di sentirsi migliori. La vecchia idea di superiorità, culturale e morale, tipica di quel mondo lì. Credono davvero di poter presenziare ad una cerimonia ufficiale, con tanto di fascia, così come si va alla festa dell’Unità a sgranocchiare costine e salamelle. Sono sempre quelli che si riempiono la bocca con banalità e amenità tipo: “sarò il Sindaco di tutti”».
«Spiace che le polemiche sulla serata del 20 febbraio giungano da chi non vi ha partecipato, perché se fossero stati presenti avrebbero colto il senso dell’intera cerimonia – replica ancora Minoretti, sempre via comunicato stampa -. È stato un momento piacevole nel quale, oltre alle letture di poesie alternate a brani musicali, i quattro sindaci hanno voluto riconoscere l’importante lavoro svolto dal Cavalier Haidar per la diffusione dei valori di pace, dialogo, tolleranza; sottolineando anche l’amicizia, innegabile, che ci lega ad Hafez».
La foto di apertura è tratta dal post di Andrea Monti