GAV, speciale “Un astro alla volta”: Giove, il gigante gassoso

Iniziamo d’ora in avanti a parlare dei pianeti del nostro Sistema Solare. Giove è il nostro pianeta di partenza perché in questo mese di Aprile è facilmente osservabile in orari “facili” sia serali che notturni.
Iniziamo d’ora in avanti a parlare dei pianeti del nostro Sistema Solare. Giove è il nostro pianeta di partenza perché in questo mese di Aprile è facilmente osservabile in orari “facili” sia serali che notturni; inoltre la sua magnitudine di -2,3 agli inizi del mese diventa a fine mese di -2.1 quindi tendenzialmente più luminoso durante il mese.
Giove è il quinto pianeta in ordine di distanza dal Sole. Al pari di Saturno, Urano e Nettuno è classificato come gigante gassoso. Ha una massa pari a 318 volte quella della Terra,equivalente al 70% di quella di tutti gli altri corpi celesti del Sistema Solare.
Si ritiene che la composizione chimica dell’atmosfera gioviana sia la stessa della materia primordiale da cui nacque il Sistema Solare 4,5 miliardi di anni fa. Per la sua composizione simile a quella solare (Idrogeno ed Elio), Giove è stato considerato una “stella mancata”.
In realtà se avesse avuto l’opportunità di accrescere la sua massa, si sarebbero potute verificare le condizioni di temperatura e pressione necessarie per innescare le reazioni di fusione nucleare dell’idrogeno in elio, il che avrebbe reso il nostro sistema solare un sistema stellare binario.
La superficie di Giove, o meglio la sua alta atmosfera, è caratterizzata dalla presenza di nubi variamente colorate e disposte secondo bande parallele all’equatore; quelle più chiare (zone), costituite da gas caldi ascendenti, si alternano con quelle più scure e rossastre di gas freddi discendenti denominate “fasce”.
Mentre nei pianeti terrestri l’atmosfera contribuisce in modo trascurabile alla loro massa, su Giove e sugli altri pianeti giganti essa è molto estesa. Le temperature interne del pianeta generano potenti correnti convettive che rimescolano in continuazione le nubi, che si distendono in bande e fasce per la rapida rotazione di Giove.
La generazione di calore, qualunque ne sia l’origine, non solo dà luogo ai fenomeni convettivi, ma anche ad uragani come la Grande Macchia Rossa che torreggia sulle nubi circostanti e che persiste da almeno tre secoli. Il suo colore varia dal rosso mattone a rosa verdastro e le sue dimensioni sono più del doppio della nostra Terra. Essa gira su se stessa in senso antiorario con un periodo di 12 giorni terrestri e, se non disperdesse parte della sua energia nell’ambiente, la sua durata potrebbe essere infinita. Immensi cumulonembi, alimentati dalle grandi correnti di gas caldi ascensionali, trasformano la Grande Macchia Rossa in un ambiente infernale percorso da scariche elettriche.
Giove è considerato come lo spazzino del sistema solare per via della sua grandissima forza gravitazionale che attrae la maggior parte degli oggetti vaganti nelle sue vicinanze. Per tale ragione è anche il pianeta con la maggior frequenza di impatti del sistema solare (famoso quello della cometa Shoemaker-Levy 9 del 16-22 Luglio 1994, collisione osservata durante il suo impatto nell’atmosfera di Giove).
Giove possiede un debole sistema di anelli, invisibili ai nostri telescopi; anelli costituiti per la maggior parte di polveri di silicati, provenienti dalle eruzioni vulcaniche di Io.
Giove ha una nutrita schiera di satelliti naturali (circa 63) ma i più i famosi sono: Io, Europa, Ganimede e Callisto, i quattro satelliti scoperti da Galileo Galilei attorno al 1610 e noti con il nome di “medicei”.
In un prossimo futuro ritorneremo su questi quattro satelliti “galileiani” descrivendone in particolare le loro caratteristiche più salienti.
A partire dal 1973, numerose sonde automatiche visitarono il pianeta gigante sia come oggetto di studio, sia come tappa intermedia, allo scopo di sfruttarne il grande effetto fionda (fly-by) gravitazionale per dirigersi nelle regioni più distanti del Sistema Solare.
Ricordiamo la Pioneer 10 e 11, seguite a distanza di sei anni dalle Voyager 1 e 2 programmate per l’esplorazione del Sistema Solare esterno. Nel 1995 fu la volta della sonda Galileo che rimase in orbita di Giove per ben 7 anni compiendo voli ravvicinati di tutti i satelliti galileiani e di Amaltea.
Nel 2000 la sonda Cassini durante la sua rotta verso Saturno, sorvolò Giove fornendo immagini spettacolari della sua atmosfera. Tuttavia l’ultima sonda in ordine temporale ad avvicinare Giove è stata la New Horizons, diretta verso Plutone e la fascia di Kuiper, eseguendo il 28 Febbraio 2007 un fly-by del pianeta.
Sicuramente le prossime missioni della Nasa e dell’Esa scopriranno ulteriori segreti che Giove ancora ci riserba.
Cieli sereni a tutti