Ac Monza senza soldi e nel caos. Lo salverà il figlio del mitico Giambelli?

Quattro giorni senza gas al centro sportivo Monzello e allo stadio Brianteo, che per un giorno è rimasto anche senza luce. È l’ultima disavventura capitata ai dipendenti dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912 in questa sciagurata stagione sportiva.
Quattro giorni senza gas al centro sportivo Monzello e allo stadio Brianteo, che per uno è rimasto anche senza luce. È l’ultima disavventura capitata ai dipendenti dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912 in questa sciagurata stagione sportiva.
L’avvisaglia c’era stata a fine aprile, quando per alcuni giorni il Gruppo Acsm-Agam, di cui ha la maggioranza relativa delle azioni il Comune di Monza, aveva interrotto l’erogazione di energia allo stadio a causa delle bollette non pagate da tempo da parte del club calcistico. Se allora a intervenire chiedendo una proroga alla società partecipata era stata proprio l’Amministrazione del capoluogo brianzolo, stavolta a risolvere la situazione ci ha pensato il Milan, anticipando il premio di valorizzazione dovuto al Monza per l’esordio di Andrea Casiraghi, cresciuto in biancorosso, nel campionato Primavera. Con quei soldini i contabili di via Ragazzi del ’99 hanno potuto pagare una parte dei debiti con i fornitori dei servizi essenziali, che hanno provveduto a ripristinare gas e luce nei due impianti di proprietà comunale. Nel frattempo i disagi maggiori li hanno sopportati i custodi e i calciatori, impossibilitati a farsi le docce calde e a cucinare i pasti.
La situazione, però, sembra destinata a peggiorare. Il socio unico e amministratore unico Pietro Montaquila, attualmente inibito dalla Federcalcio, non ha i soldi neanche per gestire una società di Terza Categoria, figuriamoci il Monza, che ha un budget di milioni di euro l’anno. Non a caso è stato protestato lo scorso 29 gennaio per un assegno da 30mila euro non coperto, probabilmente quello che l’irlandese Dennis Bingham, suo predecessore, è andato a incassare per la cessione del club e per il quale si sono reciprocamente querelati. I dipendenti continuano a non ricevere gli stipendi (i giocatori e lo staff tecnico sono in credito di quelli da settembre in poi, gli altri di quelli da gennaio in avanti) e i fornitori continuano a non essere pagati.
Tra questi ha da poco avviato la procedura di recupero crediti la proprietà del Ristorante Argentèe di Concorezzo, dove i calciatori e i tecnici consumavano i pasti fino a qualche settimana fa. “Hanno trovato qualcun altro da ‘intortare’ – è l’espressione molto “gastronomica” utilizzata dal titolare Gabriele Stucchi e riferita a un ristorante di Agrate Brianza – Devo dire che i problemi sono iniziati già quando il presidente era l’inglese Anthony Armstrong-Emery e poi sono proseguiti con Bingham. Quando Montaquila e il sedicente presidente Paolo Di Stanislao si sono presentati a noi hanno saldato un debito di meno di 4mila euro. Poi però hanno detto che avrebbero pagato ogni 15 giorni. Scaduto il termine hanno cominciato a raccontare barzellette: una volta che avrebbero pagato con un assegno, una volta con un bonifico e così via, ma io non ho mai visto nulla se non un assegno che era così colorato che sembrava del gioco del Monopoli… Avrò telefonato loro una decina di volte, ma adesso neanche mi rispondono. Del resto dopo Pasqua, quando ho capito che non si arrivava mai al dunque, cioè al pagamento del credito di 16.800 euro, ho detto loro ‘basta’”.
Qualcun altro che aveva detto “basta” è arrivato a presentare istanza di fallimento: oltre a quelle già discusse dal Tribunale fallimentare, dove pende ancora l’istanza presentata dalla Procura della Repubblica cittadina, nei giorni scorsi ne è maturata un’altra, di un’agenzia di marketing. Inoltre l’ex direttore generale Mauro Ulizio si è costituito in giudizio, tramite legale, per far presente ai giudici, nell’udienza del prossimo 26 maggio, che anch’egli vanta un credito, così come aveva fatto l’ex responsabile dell’area tecnica Gianluca Andrissi. Sono invece state fissate a giugno le discussioni dei due procedimenti sommari di cognizione depositati al Tribunale di Monza da parte di altrettanti professionisti.
Stavolta il fallimento del Monza sembra insomma inevitabile, anche se la situazione dello scorso 24 febbraio, quando il Collegio giudicante composto da Alida Paluchowski, Mirko Buratti e Giovanni Battista Nardecchia aveva deciso di concedere altri tre mesi di tempo a Montaquila, era pressoché identica. Adesso come allora la ricapitalizzazione con le obbligazioni di JP Morgan del valore di 2 milioni di dollari (circa 1 milione e 750mila euro a fronte di circa 3-4 milioni di euro di debiti della società, ndr) fornite da Stefano Bruni, presidente di Confidi Union Impresa e commercialista della nuova governance, per conto di Daniele Bizzozero, il giussanese ex proprietario del Seregno e attuale “patron” del Lecco, era solo un annuncio. Bruni che il giudice delegato Nardecchia conosce perlomeno dal 2005, cioè da quando si era occupato proprio in qualità di giudice delegato del fallimento del Calcio Como presso il tribunale lariano. Il commercialista, invece, all’epoca era nientedimeno che il sindaco di Como.
Se fallimento sarà, l’unica speranza che avrà il Monza di mantenere il titolo sportivo deriverà dalla decisione che prenderà il giudice delegato nei giorni immediatamente successivi. Ormai l’hanno capito anche i non addetti ai lavori che solo con una celere autorizzazione all’esercizio provvisorio da concedere a una delle cordate interessate all’acquisto degli asset si potrà fare in tempo a salvare la categoria: Divisione Unica o Serie D dipenderà dall’esito dei play-out, in programma il 23 aprile a Pordenone e il 30 aprile a Monza con inizio in entrambi i casi alle ore 16. La cordata prescelta gestirebbe il delicatissimo mese di giugno e se a luglio dovesse perdere l’asta verrebbe rimborsata dalla cordata vincente di tutte le spese sostenute durante l’esercizio provvisorio.
Sono almeno tre le cordate pronte a presentarsi all’asta in caso di mantenimento della terza serie: una è quella messa in piedi dai cugini Nicola e Riccardo Colombo, che fanno capo alla Cogefin di Bellusco (Nicola è il figlio di Felice, presidente del Milan dal 1977 al 1980), e di cui fanno parte Davide Erba, titolare della Stonex Europe di Lissone e presidente della Fiammamonza (calcio femminile) dal 2011 al 2013, e Michele Giambelli della Giambelli, azienda di Cascina Morosina fondata dal padre Valentino, presidente del Monza dal 1980 al 1999; poi c’è sempre alla finestra l’imprenditore multitasking arcorese Pierluigi Brivio, al quale si potrebbero aggiungere soci di minoranza; infine negli ultimi giorni si è mosso anche Paolo Leonardo Di Nunno, titolare della Elettronica Video Games di Cormano e presidente del Seregno.
Chissà se i giocatori otterranno tutti i soldi che vantano nei confronti del Monza… Sono solo 5 i superstiti del girone d’andata, ma anche gli altri 27 hanno già accumulato 3 o 4 mensilità di credito a seconda dei casi. E i 600mila euro di fideiussione depositati in Lega Pro non sono sicuramente sufficienti. Per questo e per altri motivi i giocatori, dopo aver letto un’intervista a Di Stanislao pubblicata da MbNews, hanno scritto una lettera di replica indirizzandola solo (scorrettamente) al portale Tuttolegapro.com. Nel testo si legge, tra le altre cose: “Constatiamo con amarezza come questo signore non provi la minima vergogna a parlare alla stampa, dopo che sia lui che l’amministratore unico del club Pietro Montaquila non sono riusciti a mantenere la benché minima promessa sin dal loro insediamento ma, al contrario, riuscendo a peggiorare notevolmente una situazione societaria già pessima. Siamo stati (giustamente) letteralmente ‘buttati fuori’ dal Ristorante Argentèe per morosità e anche per debiti accumulati grazie alle cene personali dei due sopracitati signori e solo grazie alla continua disponibilità del signor Mariani dell’Euro Hotel continuiamo ad avere un letto dove dormire. Anche i pasti al centro sportivo Monzello ci sono stati (sempre giustamente) sospesi, in quanto anche il debito con il signor Cavallo non può essere infinito. Siamo senza cure mediche e medicinali da tre mesi (anche i medici sociali non vengono retribuiti da tempo) e solo grazie a dei privati abbiamo potuto usufruire di bende e cerotti. A ciò si aggiungono assegni impagati a procuratori e fornitori, mancate corresponsioni dei canoni agli affittuari di alcuni giocatori, causando danni economici e umiliazioni a tutti. I giocatori infortunati hanno dovuto farsi carico dei pagamenti degli esami diagnostici (risonanze, ecografie) e sono state sospese le erogazioni di luce e gas allo stadio Brianteo e al centro di allenamento di Monzello, causando forti disagi ai custodi che vivono in questi luoghi, oltre a danneggiare la salute di ragazzi e bambini, costretti letteralmente a docce gelate. Ora vi chiediamo, noi e tutti i nostri tifosi, cosa siete venuti a fare? Che cosa rappresenta lei, signor Di Stanislao? Lo abbiamo visto in un’unica occasione, il giorno della conferenza stampa. Dopodiché ci ha raggiunto in pizzeria per presentarsi come nostro presidente! Promettendo tante cose, ma non smentendosi neanche in quella occasione, visto che non ci ha nemmeno pagato una pizza (offerta dal direttore tecnico Alfredo Pasini, senza stipendio da luglio, ndr), dimostrando per l’ennesima volta di prenderci in giro. Come può avere la presunzione di chiamarsi presidente? Un vero presidente ha rispetto per la sua squadra, per i suoi uomini, per i tifosi, per coloro che lavorano per lui, ma solo nel suo vocabolario il rispetto non esiste, così come non esiste la parola vergogna, unico sentimento che dovrebbe provare, così come avrebbe dovuto avere almeno la dignità di stare in silenzio”.
A proposito di Di Stanislao, pare che la ventina di contravvenzioni elevate nel periodo di suo possesso della Mini Cooper aziendale non siano state pagate come invece da lui affermato nell’intervista rilasciataci la scorsa settimana.
Per la gara di andata dei play-out a Pordenone l’allenatore Fulvio Pea non potrà sicuramente disporre degli squalificati Conti e Torri e degli infortunati Toskic e Corduas, che avendo lunghi tempi di recupero hanno chiesto e ottenuto, anche per non aggravare la situazione economica dei compagni, di tornare nelle rispettive residenze nel Sud Italia. Inoltre quasi certamente non sarà disponibile il franco-tunisino Oualid El Hasni, convocato per due partite di qualificazione alla fase finale del Campionato Africano Under 23 (il 22 e il 29 maggio contro il Sudan), le cui prime tre classificate si qualificheranno per le prossime Olimpiadi. I dirigenti monzesi hanno chiesto alla Federcalcio tunisina di avere a disposizione il difensore almeno per uno dei due incontri di play-out, ma difficilmente la richiesta sarà accolta.
Per mantenere nelle gambe i 90’ la squadra biancorossa sosterrà domani alle 11 al Monzello una partita amichevole contro il Calvairate, squadra di Promozione dell’omonimo quartiere di Milano. Un’altra occasione per i tifosi per stare vicini alla squadra dopo la Grigliata Biancorossa di ieri sera, servita per raccogliere fondi per far fronte alle necessità urgenti del gruppo di Pea. Allo stesso scopo il Monza Club Libertà ha aperto un conto corrente dove chiunque può effettuare versamenti a sostegno dei ragazzi in lotta per evitare la retrocessione in Serie D, campionato mai disputato dal Monza nella sua storia. I bonifici vanno versati sul conto IBAN IT29G0760101600000001097654 intestato a Ripamonti Alessandro. Sempre il Monza Club Libertà ha organizzato la trasferta in pullman a Pordenone. La partenza è stata fissata alle 9.30 dal Monzello e il costo è di 25 euro. Per prenotarsi bisogna telefonare al numero 3402279814 oppure inviare una e-mail all’indirizzo monzaclubliberta@gmail.com. Anche gli ultras dei SAB stanno organizzando la trasferta in pullman.