Ceriano ricorda i morti di Odessa: una tragedia di cui nessuno parla #Video

4 maggio 2015 | 09:01
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Ceriano ricorda i morti di Odessa: una tragedia di cui nessuno parla #Video

Grande partecipazione per l’inaugurazione della statua a ricordo dei morti nel Palazzo del Sindacato ad Odessa. Anche Vauro presente alla cerimonia.

monumento-martiri-odessa-mbSabato 2 maggio, a un anno dalla strage di Palazzo del Sindacato ad Odessa, Ceriano Laghetto ha ricordato le vittime di quel massacro con una cerimonia partecipatissima e molto sentita, presentando alla cittadinanza la scultura disegnata dallo scrittore Nicolai Lilin.

Il monumento, in pietra e ferro, raffigura una fiamma in cui prende forma una colomba, ed è stato realizzato da alcuni artigiani veneti e donato dall’associazione interculturale Ottavo Continente.

In moltissimi, tra cittadini cerianesi e sostenitori degli autonomisti filorussi, si sono ritrovati nel piazzale Martiri di Odessa, inaugurato il 14 febbraio scorso: tra loro, oltre al sindaco Dante Cattaneo e a Nicolai Lilin, anche il vignettista Vauro Senesi, il presidente di Ottavo Continente, Oleg Schenker, Gianmatteo Ferrari e Luca Bertoni, dell’associazione Italia-Russia. L’evento ha portato ancora una volta i media internazionali ad interessarsi del piccolo comune brianzolo, che ha ricevuto in questi mesi sostegno da tutto il mondo.

«Ceriano è un esempio di umanità e civiltà per tutto l’Occidente – ha detto Lilin -. Diamo tanta importanza a questa tragedia non solo per motivi politici, ma perché in Occidente non se ne parla, o si distorce la verità». «Un anno fa ad Odessa sono morte tantissime persone, e noi quasi non lo abbiamo saputo: i media sono controllati – ripetono Ferrari e Bertoni, dell’associazione Italia-Russia -. È bello vedere così tanta gente che partecipa alla commemorazione e non si vuole conformare a dinamiche di mondialismo». «La piccola Ceriano Laghetto costituisce un faro – ha rivendicato con orgoglio il sindaco Cattaneo -, sta svelando la verità».

«Spero che le fiamme della statua brucino il silenzio – si è augurato Vauro. Che ha spiegato -: Nel Donbass è in corso una vera e propria pulizia etnica, non bisogna essere strateghi militari per dirlo: si fa terra bruciata delle strutture della vita quotidiana di quella gente, come scuole e ospedali. La gente resiste e si difende dall’aggressione: è una cosa che ci riguarda direttamente, stanno conducendo una lotta antifascista. Da noi è un termine quasi retorico, là, di fronte a battaglioni che portano lo stemma delle SS è una cosa terribilmente seria. Ho parlato con un giovane soldato che mi ha chiesto: dove siete voi occidentali mentre noi combattiamo il nazismo?». La commemorazione, conclusasi con la benedizione di un prete della Chiesa ortodossa, è diventata un momento di festa: un modo per continuare a ricordare. E la polemica sul nome del piazzale, innescata dalle proteste dell’ambasciatore ucraino con il prefetto? «Nessuno ha più detto nulla – risponde il primo cittadino -. Piazzale Martiri di Odessa continuerà ad esistere».