Problemi finanziari? È giallo sulla morte dell’ex assessore Paolo Gargantini

Un crack economico o investimenti non andati a buon fine potrebbero aver spinto l’ex assessore alle Attività Produttive Paolo Gargantini a togliersi la vita.
Un crack economico o investimenti non andati a buon fine potrebbero aver spinto l’ex assessore alle Attività Produttive Paolo Gargantini a togliersi la vita, ieri mattina nel suo ufficio di Cernusco Sul Naviglio. Eppure, per chi lo conosce, resta un mistero.
Solare, attaccato ai valori della famiglia e fortemente credente, l’ex assessore Paolo Gargantini a Monza era stimato ed apprezzato. Nessuno riesce a spiegarsi cosa possa averlo spinto ad un gesto così estremo. Marito e padre amorevole, il cinquantunenne imprenditore, secondo indiscrezioni, avrebbe però lasciato dei messaggi ai suoi cari, per spiegare le sue ragioni.
Tornato alla sua attività imprenditoriale, presso la “San Marco”, ditta di costruzioni di Cernusco sul Naviglio, dopo aver lasciato la politica, Gargantini potrebbe aver fatto investimenti non andati a buon fine all’estero o essere vittima di gravi difficoltà economiche. E’ questa, allo stato attuale delle cose, la pista seguita dagli investigatori per ricostruire le sue ultime ore di vita.
E’ stato visto alle 8.30 prendere il caffè al bar, poco distante dall’ufficio, come d’abitudine e poi poco dopo 10.30 un suo collaboratore ha sentito uno sparo. Precipitatosi nel suo ufficio, lo ha trovato a terra, privo di vita, con accanto il suo revolver regolarmente detenuto.
I carabinieri di Cassano D’Adda, titolari delle indagini per conto della Procura di Milano, hanno sequestrato dal suo ufficio documenti, agende e incartamenti relativi alla sua attività e a possibili investimenti all’estero. Tra le carte, a quanto si apprende da persone a lui vicine, potrebbero esserci anche delle lettere che potrebbero spiegare l’origine del suo estremo gesto.