Dopo il Pd nuova avventura per Civati: lancia il nuovo movimento “Possibile”

L’enfant prodige monzese della politica lancia un nuovo movimento “inedito e diverso dal solito”. Dopo aver lasciato il Pd ai primi di maggio ecco ora all’orizzonte una nuova avventura.
E’ “Possibile”, parola di Pippo Civati. L’enfant prodige monzese della politica lancia un nuovo movimento “inedito e diverso dal solito”. Dopo aver lasciato il Pd ai primi di maggio ecco ora all’orizzonte una nuova avventura per Civati.
«L’associazione Possibile nasce in occasione del PolitiCamp 2014 a Livorno, come evoluzione dell’associazione People che al PolitiCamp 2013 di Reggio Emilia nacque a sostegno della candidatura di Pippo Civati a segretario del Pd. Di quell’esperienza mantiene lo spirito, i valori di fondo e la spinta ideale originaria. Possibile è uno spazio aperto, che ospita il dialogo interno alla sinistra italiana, ai partiti, ai movimenti e tra i singoli cittadini che desiderano un luogo in cui discutere e impegnarsi» spiega la presentazione
Il lancio ufficiale dovrebbe avvenire già nei primi giorni di giugno. «Possibile come nome, e come promessa che facciamo alle persone a cui ci rivolgiamo: quelli che non ci credono più, quelli che ci credono ancora, quelli che vorrebbero tanto credere in qualcosa di nuovo e diverso, se solo, appunto, venisse offerta loro una possibilità. Possibile, insomma, contro chi ci vuole rassegnati e da troppo tempo ci dice che non ci sono alternative» si legge sul sito ufficiale del movimento.
Il simbolo è ormai noto sul web: un cerchio rosso tenue con in mezzo raffigurato il simbolo meno. «L’uguale come simbolo, intanto della relazione alla pari, aperta e dialogante non solo tra noi ma anche con tutti quelli, da soli o in gruppo, che vorranno connettersi a questa rete. E poi, l’uguaglianza come motore, come condizione di partenza tra le persone, nei diritti e nei doveri e, appunto, nelle possibilità. L’innovazione a partire dall’immagine e dallo stile (e dal nuovo sito, a breve), perché siamo tutti uguali ma anche tutti diversi, e noi ci sentiamo appunto diversi, e vogliamo distinguerci sin dal primo colpo d’occhio da chi predica l’indistinto, il pensiero unico, il partito unico».