GAV, Speciale “Un astro alla volta”: Venere il gemello della Terra

11 giugno 2015 | 07:24
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GAV, Speciale “Un astro alla volta”: Venere il gemello della Terra

In questo mese di Giugno, lo si osserva dopo il tramonto, visibile come fosse un lampione sino a tarda sera. Infatti, Venere è l’oggetto più luminoso del cielo dopo il Sole e la Luna.

In questo mese di Giugno, lo si osserva dopo il tramonto, visibile come fosse un lampione sino a tarda sera. Infatti, con una magnitudine apparente di -4.6, Venere è l’oggetto più luminoso del cielo dopo il Sole e la Luna, con la sua massima brillantezza poco prima dell’alba e dopo il tramonto.

Oltre ad essere noto nell’antichità come “stella del mattino” o “stella della sera”,Venere è considerato il “fratello” della Terra in quanto molto simile per dimensioni e massa. Malgrado non sia il pianeta più vicino al Sole, Venere è il più “caldo” del nostro Sistema Solare.

Perchè non lo è Mercurio che dista circa solo 58 milioni di kilometri? La ragione è semplice: Venere ha un’atmosfera molto densa costituita per il 95% da anidride carbonica ed una pressione al suolo pari a 92 atmosfere. L’insieme di queste due componenti crea un “effetto serra” molto importante, innalzando la temperatura sulla superficie sino a 475°. Infatti la radiazione solare che raggiunge il suolo, attraverso la coltre di nubi, viene solo parzialmente riflessa verso lo spazio, mentre i raggi infrarossi restano tra le nubi ed il suolo, surriscaldando l’atmosfera venusiana.

Venere, il secondo pianeta più vicino al Sole, dista in media dalla nostra stella 108.200.000 km; ha una massa pari all’80% di quella terrestre ed un diametro di 12.103 km, cioè il 95% del nostro pianeta. Venere al pari di Mercurio, non ha satelliti naturali. Trattandosi di un pianeta interno, cioè più vicino al Sole rispetto alla Terra, presenta all’osservazione diverse fasi molto simili a quelle lunari.

Galileo Galilei fu il primo che riuscì ad osservarle con il suo cannocchiale, dimostrando la fondatezza della teoria eliocentrica già enunciata qualche decennio prima dall’astronomo polacco Niccolò Copernico. La rotazione retrograda di Venere è molto lenta: un giorno venusiano dura 243 giorni terrestri, mentre la sua rivoluzione attorno al Sole dura 224,7 giorni.

Venere è completamente privo di acqua; probabilmente in passato esistevano mari ed oceani come sulla Terra, poi evaporati nel tempo. Il nucleo interno di Venere si pensa sia simile a quello della Terra, ferroso allo stato fuso, ipotesi confermata dal pur debole campo magnetico. Lo spessore del nucleo potrebbe essere di circa 3000 chilometri ed il mantello di 2900 chilometri, mentre la sua crosta, simile al granito e basalto è di circa 60 chilometri.

La superficie, principalmente pianeggiante, è ricoperta da colate di lava vulcanica. Tuttavia ci sono anche altipiani e catene montuose alte alcune migliaia di metri. Gran parte della roccia è vulcanica; infatti sembrerebbe ci siano più vulcani su Venere che su qualsiasi altro pianeta del Sistema Solare, alcuni dei quali ancora attivi.

E’ quindi Venere un pianeta ancora geologicamente attivo?

La risposta al quesito degli scienziati, che studiano il “gemello bollente” della Terra, non è ancora risolutiva. Ma nuovi risultati provenienti dalla missione Venus Express dell’Esa, sembrano rafforzare lo scenario che la superficie del pianeta sia tutt’altro che immutabile: grandi cambiamenti nel contenuto di diossido di zolfo (anidride solforosa) nell’atmosfera venusiana, sembrano avvalorare le eruzioni vulcaniche tuttora in atto.

Le nubi che avvolgono il pianeta sono costituite per lo più da acido solforico, in minima parte da idrogeno, ossigeno, cloro, fluoro e zolfo. Riflettono circa il 70% della luce proveniente dal Sole, rendendo Venere un oggetto molto splendente del nostro cielo, ma allo stesso tempo, di difficile osservazione.

Venere è un pianeta ventoso, con venti che soffiano a più di 700 km/h. A proposito delle missioni spaziali degli anni passati, si devono registrare purtroppo solo scarsi successi. La pressione atmosferica al suolo, quasi cento volte superiore alla nostra, limita la permanenza delle sonde su Venere.

La prima fu la sonda sovietica Venera 7 che riuscì a toccare il suolo, resistendo alla pressione per pochi minuti. Nel 1975 fu la volta della sonda sovietica Venera 9 che riuscì a trasmettere immagini in bianco e nero prima di venire completamente schiacciata dall’enorme pressione. Negli anni a seguire seguirono altre sonde, Venera 13 e14, riuscendo ad inviare immagini a colori. Nel 1978 gli americani lanciarono diverse sonde verso Venere (Pioneer Venus) con l’intento di studiarne l’atmosfera. Nel 1983 i sovietici continuarono con Venera 15 e 16 in orbita, mappando l’emisfero nord del pianeta. Infine ancora i sovietici nel 1985 lanciarono le sonde Vega 1 e 2, che rilasciarono moduli sulla superficie venusiana.

Potremmo continuare con altre notizie su Venere; tuttavia da quel poco che abbiamo appena scritto, il pianeta “gemello” della Terra è un inferno infuocato, inospitale al genere umano e del tutto sconsigliabile andarci per una gita “fuori porta”.