Lambro, quanti pesci! Legambiente “Positivo, ma il fiume è sempre a rischio”

9 giugno 2015 | 08:10
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Lambro, quanti pesci! Legambiente “Positivo, ma il fiume è sempre a rischio”

Barbi, cavedani e carpe. Ma non solo, anche ghiozzi padani e alborelle. Il censimento ittico realizzato da Legambiente rivela che il Lambro sta meglio di quanto si credesse.

Barbi, cavedani e carpe. Ma non solo, anche ghiozzi padani e alborelle. Il censimento ittico realizzato da Legambiente rivela che il Lambro sta meglio di quanto si credesse.

Tcnici-CSBA-LambroNelle scorse settimane è stato realizzato il censimento dei pesci presenti nel fiume Lambro. Il tratto di fiume monitorato era quello individuato nel progetto “Connubi”, ovvero dal caratese alla Cascinazza di Monza, e il lavoro è stato svolto, per conto del Parco Regionale della Valle Lambro, dal Centro Studi Biologia e Ambiente di Erba.

Sul territorio della città di Monza sono state individuate due “stazioni di campionamento”: la prima sotto il ponte di via Monte Santo, la seconda in corrispondenza della confluenza del Lambro con il Lambretto.

I risultati sono stati buoni. Per un certo verso anche inaspettati.  Per la stazione di San Rocco, quasi cento i pesci censiti in 3 ore di lavoro, tutti identificati, pesati, misurati e liberati in loco. La maggior presenza era costituita da cavedani, anche di pezzatura superiore ai 500 gr, seguiti da diversi barbi e alcuni ghiozzi padani e alborelle; in totale una decina di specie.

Ottimi i risultati ottenuti alla confluenza di Lambro e Lambretto. Quasi 200 pesci raccolti in 4 ore di lavoro; 13 le specie censite, con un’ampia rappresentanza di barbi, cavedani e carpe, con individui che superavano il chilogrammo di peso (1 carpa da 4,5kg e una da 3,8kg e 1 barbo da 1,5kg); importante è stata anche l’individuazione di pesci persico, alborelle, vaironi e ghiozzi padano.

Carpa-LambroI due tecnici del C.S.B.A. hanno inoltre rilevato anche i caratteri chimico-fisici dell’acqua del fiume; i dati erano in linea con i parametri standard di un corso d’acqua di qualità “sufficiente”, ma importante era il livello di saturazione dell’ossigeno prossimo al 100%.

“Un risultato molto significativo (migliore anche di campionamenti fatti a monte della città) favorito sicuramente dalla naturalità delle sponde e dalla varietà di habitat presenti all’interno dell’oasi ambientale di piazza Castello” – precisa Atos Scandellari, presidente del circolo Legambiente che gestisce l’area – “Questi studi dimostrano l’importanza dell’esistenza dell’oasi e della necessità di mantenerla nel suo attuale livello di naturalità”.

Una situazione tutto sommato positiva ma che per essere mantenuta bisognerà mantenere alto il livello di ossigenazione delle acque, evitando gli scarichi domestici e bisognerà mantenere le sponde del fiume il più naturali possibili. “Proprio lungo gli argini del fiume i pesci si nascondo dai predatori, depongono le uova e trovano il cibo – spiega Atos Scandellari, che abbiamo raggiunto telefonicamente – Se avanzerà il processo di cementificazione si metterà a rischio questa ricchezza ittica”.

Se lo stato di salute del fiume a Nord della città è migliore rispetto a quello che ci si poteva aspettare, Legambiente sconsiglia di pescare per mangiare quei pesci: “Il loro colorito dà l’idea di essere dei pesci sani, ma non possiamo scommettere sulla non nocività delle loro carni. I pesci potrebbero aver ingerito sostanze tossiche che se mangiati potrebbero creare seri danni all’uomo”.

Qui sotto, vi riproponiamo la carpa gigante, che fu trovata nel Parco di Monza dopo l’alluvione del novembre 2014. Mentre in apertura una carpa, sempre enorme, pescata nel Lago di Pusiano.

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