Omicidio stradale, parla il padre di Bea Papetti: “una vittoria, speriamo facile applicabilità”

12 giugno 2015 | 09:26
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Omicidio stradale, parla il padre di Bea Papetti: “una vittoria, speriamo facile applicabilità”

“Una grande vittoria quella di oggi, finalmente le vittime della strada avranno forse giustizia”. commenta Nerio Papetti papà di Beatrice, uccisa a 16 anni da un pirata il 10 luglio 2013, mentre attraversava per tornare a casa.

“Una grande vittoria quella di oggi, finalmente le vittime della strada avranno forse giustizia”. Così Nerio Papetti papà di Beatrice Papetti, uccisa a sedici anni da un pirata il 10 luglio 2013, mentre attraversava la strada per tornare a casa, a Gorgonzola (Milano) ha commentato l’approvazione del Ddl per l’omicidio stradale, approvato in queste ore.

Con la stessa lucidità che lo ha sempre contraddistinto, fin dalle ore successive alla tragedia, Nerio Papetti ha aggiunto “l’incidente può capitare a tutti, per distrazione, perché un pedone o un ciclista sbuca fuori all’improvviso, ma quando si guida ubriachi o senza patente o non ci si ferma a prestare soccorso, diventa crimine e va punito severamente”.

Beatrice, occhi grandi e blu profondi come il mare, aveva davanti a se una vita fatta di sogni, progetti. Quella vita le è stata portata via in un attimo, da un uomo che a bordo di un’auto l’ha travolta sulla Padana superiore, lasciandola morire per strada, con vicino il cugino appena maggiorenne, ancora oggi segnato dal quel terribile momento.  “Bea era la nostra luce, mia, di sua madre Roberta e della sua sorellina minore. Ci resta il ricordo, indelebile come il tatuaggio (stay strong) che ci siamo fatti entrambe, con il suo motto. Da quando è scomparsa ho seguito le vittime della strada e le associazioni che si sono battute per arrivare a questo decreto legge. Ci speravo e per fortuna è andato in porto”.

L’automobilista responsabile della morte di Beatrice, si era costituito solo una settimana dopo il fatto, ed è stato condannato a tre anni con sospensione della pena e della patente. “Quell’uomo avrà la patente dopo soli tre anni di sospensione. Non ha mai fatto carcere. Durante il processo ho scoperto che era stato denunciato due volte prima di quel maledetto giorno, per guida senza patente. Questo mi fa rabbia, il fatto che una persona così abbia avuto modo di prendere la patente in Italia, nonostante tutto. Gente così meriterebbe l’ergastolo della patente. Oggi, per fortuna, abbiamo ottenuto almeno i trent’anni”.  La vita della famiglia Papetti è cambiata drasticamente, da allora “quando la mia figlia minore esce, ho sempre l’angoscia, sento le auto sfrecciare sulla strada e tremo.  Anche perché ci avevano promesso un sottopassaggio, ma essendo una strada provinciale il Comune ha le mani legate, è solo riuscito a mettere un semaforo pedonale. Insomma, da quel punto di vista non è cambiato nulla“.

Per Nerio Papetti, quindi “è importante prima la prevenzione. Spiegare ai giovani i rischi della strada, così come impedire a chi ha precedenti di guida senza patente o guida in stato di ebbrezza, di ottenerla con facilità. Anche per chi ha guidato in determinati paesi dovrebbe essere obbligatorio fare la patente prima di prendere in mano un veicolo. Ho girato solo pochi giovi fa l’Europa in moto, e sebbene i limiti di velocità siano più alti, in Svizzera e Germania vengono rispettati e c’è una civiltà alla guida che noi ci sognamo. La vittoria di oggi quindi, sarà davvero vittoria quando cambierà la nostra mentalità e il rispetto del prossimo e delle regole, diventerà parte integrante della nostra cultura. Per intanto, mi auguro che l’applicazione del ddl sia effettiva”.