“Stop gender nelle scuole”, Regione presente alla manifestazione. E’ polemica

Sull’evento organizzato «a tutela della famiglia», che vedrà partecipare anche la Regione Lombardia, si è espressa Viviana Bruno, presidente di Meladailabrianza.
“Stop gender nelle scuole”: questo il nome della manifestazione in programma per sabato, 20 giugno, a Roma. Un evento organizzato «a tutela della famiglia» che vedrà partecipare anche la Regione Lombardia.
«Ritengo che sia un segnale importante la presenza di Regione Lombardia, rappresentata dall’Assessore alle Culture Cristina Cappellini, alla manifestazione “Difendiamo i nostri figli, stop gender nelle scuole.” – ha commentato Massimiliano Romeo, capogruppo monzese del Carroccio in Consiglio Regionale – Pochi sanno che nelle scuole gli attivisti gender, con la scusa dell’educazione alla sessualità, vestono i maschietti da femminucce e viceversa e li spingono a toccarsi. Queste follie non devono trovare spazio e chi le permette dovrebbe essere licenziato immediatamente. A chi intende usare ed abusare dell’ingenuità dei bambini per i propri scopi ideologici, cioè per cancellare le differenze di sesso, non dovrebbe essere consentito insegnare negli istituti scolastici di ogni ordine e grado».
Sulla questione si è espressa Viviana Bruno, presidente di Meladailabrianza: «La teoria gender non esiste. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Nessuno, in ambito accademico, parla di teoria del gender. È un’espressione usata dai cattolici e dalla destra più bigotta e retrograda, per spaventare e creare consenso all’omofobia e al sessismo. Le dichiarazioni del signor Romeo sono false e del tutto infondate. – prosegue Viviana Bruno – Nelle nostre scuole non c’è mai stata neanche una vera educazione sessuale, a differenza di tutti glia ltri paese europei, figuriamoci pensare di spingere i bambini a toccarsi i genitali in classe. Bisognerebbe incentivare l’informazione, bisognerebbe dare a tutti la possibilità di capire la propria identità, perchè come dice Nicla Vasallo: per essere cittadini occorre sapere chi si è».