Legambiente: Pedemontana, l’opera è da ridimensionare

Legambiente approva la proposta di una Pedemontana meno lunga, meno larga, meno costosa e meno impattante. «Se resta incompiuta il danno è di tutti».
Pedemontana è in crisi. Martedì 14 luglio la Provincia di Monza e Brianza ha proposto alla Regione un compromesso: un’autostrada meno lunga e meno larga, meno costosa e meno impattante. E Legambiente è d’accordo: eliminando la tratta finale (Vimercate – Osio Sotto), parallela ad A4 e BreBeMi, e optando per le due corsie (e non tre, come il piano originario voleva), si riuscirebbe a risparmiare quel tanto che basterebbe a non lasciare l’opera incompiuta: i lavori sono fermi al 30%, ma è già stato speso l’80% del contributo pubblico destinato. Se non si cambia qualcosa, l’impatto sarà pesantissimo per i comuni, che avranno tutti gli svantaggi (ma non i vantaggi) di un’autostrada, senza opere di compensazione di alcun tipo e traffico in tilt.
«Ora che l’opera è costruita al 30%, con grande sacrificio ambientale e di risorse, è assurdo che la Pedemontana resti incompiuta a danno di tutti o, ancora peggio, che venga realizzata in trent’anni devastando il territorio come per la Salerno-Reggio Calabria – ha dichiarato Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia -. Ma per completarla deve essere, come per la prima volta anche la Regione ha riconosciuto, non “il progetto faraonico” ma “quella che può essere utile”, dopo aver discusso con la comunità del territorio».
Legambiente aveva proposto la stessa cosa già all’inizio dell’insediamento di Maroni alla carica di Presidente della Regione: «Allora avevamo parlato di praticare una spending review su progetti autostradali troppo impattanti e costosi per l’ambiente: gli amministratori ora parlano di exit strategy, ma se non si interviene si inizierà a parlare di Brianxitda Pedemontana – affermano i portavoce dell’associazione -. Se l’idea di ridimensionare il progetto si concretizza, i risparmi potrebbero consentire di affrontare con successomolti ostacoli che ora appaiono insormontabili nel prosieguo dell’opera». Ostacoli su cui finora Pedemontana ha sempre sorvolato: i terreni contaminati dalla diossina di Seveso (nella tratta Meda-Desio), l’impatto sul Bosco delle Querce di Seveso e Meda, la riqualificazione della tratta sud della Milano – Meda, che nelle condizioni attuali non può farsi carico di aumenti di traffico, il progetto del gigantesco svincolo di Desio e quello di Agrate, tra la tangenziale est e la A4. E ancora, l’impatto della tratta terminale sul virmercatese, sul Parco d’Adda e sull’Isola bergamasca.
«Ridimensionando il progetto, Regione Lombardia, Provincia di Monza e società Pedemontana non farebbero un passo indietro, ma un passo avanti, per una volta nella direzione giusta. Hanno dimostrato di non essere chiusi e bisogna dargliene atto. I tempi sono cambiati e l’esempio di quanto avvenuto per BreBeMi e TEM, costrette ad aprire la stagione dei saldi sulle tariffe autostradali per ripianare i loro debiti, sono un errore da non ripetere – afferma Damiano di Simine, presidente di Legambiente Lombardia -. Per quanto ci riguarda, Legambiente è disponibile a partecipare senza pregiudizi ad un tavolo che ridiscuta e ridimensioni l’opera».