Mezzago, Pro Loco: appuntamento con la spaghettata antifascista

24 luglio 2015 | 10:49
Share0
Mezzago, Pro Loco: appuntamento con la spaghettata antifascista

La Pro Loco di Mezzago ha organizzato per sabato sera la “Storica pastasciutta antifascista di casa Cervi”. Appuntamento alle 19 al Bosco in città.

La Pro Loco di Mezzago ha organizzato per sabato sera la “Storica pastasciutta antifascista di casa Cervi”. Appuntamento alle 19 al Bosco in città.

Il 25 luglio del 1943, con la caduta del fascismo, molti italiani festeggiarono questa giornata. A Mezzago si vuole ricordare il modo di come lo fecero a casa Cervi, organizzando una spaghettata nel centro del paese con burro e formaggio. Da allora la festa si ripete, per ricordare l’uscita dal fascismo e della guerra, la voglia di “riprendersi la piazza”, e riportare la memoria ai tempi i cui “la pasta era in bianco e le camice no”. Oggi esiste una vera e proprio rete in tutto il paese delle spaghettate, a cui Mezzago ha voluto aderire.

Prenotazione consigliata contattando il referente della nascente sezione ANPI di Mezzago, Franco Asnaghi, inviando una mail a franco.asnaghi@libero.it oppure per telefono al 349 0081 527

Ecco la storia di questa tradizione:

“Alla caduta del Fascismo, il 25 luglio del 1943, fu grande festa a Casa Cervi, come in tutto il Paese. Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra, nella morte della dittatura. La Liberazione verrà solo 20 mesi dopo, al prezzo di molte sofferenze. Ma quel 25 luglio, alla notizia che il duce era stato arrestato, c’era solo la voglia di festeggiare. A Campegine, i Cervi insieme ad altre famiglie del paese portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni per il latte. Con un rapido passaparola la cittadinanza si riunì attorno al carro e alla “birocia” che aveva portato la pasta. Tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi a burro e formaggio che, in tempo di guerra e di razionamenti, erano prima di tutto un pasto di lusso. C’era la fame. ma c’era anche la voglia di uscire dall’incubo del fascismo e della guerra, il desiderio di “riprendersi la piazza” con un moto spontaneo, dopo anni di adunate a comando e di divieti. Di quel 25 luglio, di quella pagina di storia italiana è rimasto poco nella memoria collettiva. Eppure c’è stato, in tutta Italia e in quella data, uno spirito genuino e pacifico di festa popolare: prima dell’8 settembre, dell’occupazione tedesca, della Repubblica di Salò. Prima delle brigate partigiane e della Lotta di Liberazione.”

(foto di archivio)