Roma, Sindacati al ministero: grandi preoccupazioni per ST

21 luglio 2015 | 15:58
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Roma, Sindacati al ministero: grandi preoccupazioni per ST

L’incontro di venerdì mattina al Mise di Roma con Stmicroeletronics ha messo in allarme i sindacati che vedono nelle stime al ribasso del mercato della multinazionale un possibile pericolo per l’occupazione.

L’incontro di venerdì mattina al Mise di Roma con Stmicroeletronics ha messo in allarme i sindacati che vedono nelle stime al ribasso del mercato della multinazionale un possibile pericolo per l’occupazione.

Si aspettavano confortanti novità dall’incontro di venerdì mattina a Roma i rappresentanti dei lavoratori presenti al ministero dello sviluppo economico, ma purtroppo non è stato così. Tra centri di ricerca e produzione, Stm occupa circa 10.000 addetti, oltre 5.000 in Lombardia, tra le sedi di Agrate, Castelletto, Catania, Caserta. L’azienda ha però illustrato che per il 2015 si prevede una diminuzione della crescita di circa il 4%, rispetto ad una stima prevista per l’anno in corso che era dell’8%. Un futuro che la Fim Cisl definisce in chiaroscuro, con alcuni settori più performanti (automotive, sensori, microcontrollori, smart power) e altri in frenata (elettronica di consumo e computer).

“L’azienda ha confermato gli obbiettivi produttivi e di ricerca – afferma Nicola Alberta, segretario generale Fim Lombardia e coordinatore nazionale StM per la Fim – ma ha condizionato le scelte di investimento all’andamento del mercato e alla disponibilità di risorse, annunciando il possibile slittamento di oltre un anno degli impegni di spesa per gli investimenti nei processi produttivi e nelle nuove tecnologie di prodotto. Tale ritardo è assolutamente negativo in quanto indebolisce la tempestività e il ritmo dell’innovazione necessaria sul versante delle soluzioni e delle prestazioni qualitative dei prodotti, fattori vitali per il gruppo. L’azienda deve rivedere le scelte per quanto riguarda gli investimenti riconfermando tempi e intensità degli impegni di spesa, oltre che avviare un confronto più stringente sulle scelte strategiche e sulla salvaguardia dell’occupazione”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il rappresentante della Fiom Cgil Brianza, Pietro Occhiuto:

“Usciamo da questo incontro con molte perplessità – dichiara Pietro Occhiuto della Fiom Cgil Brianza – non sono chiari gli investimenti che risultano essere ridotti rispetto a quanti preventivati nel recente passato e comunque più dilazionati nel tempo. Siamo inoltre preoccupati sul fatto che l’azienda stia perdendo quote di mercato, una crisi che, nel settore digitale lascia temere possibili licenziamenti in Francia e che potrebbe produrre un effetto di contagio anche negli stabilimenti italiani.”

I sindacati hanno previsto un pacchetto di otto ore di sciopero da qui a settembre per ribadire la propria preoccupazione. Hanno anche chiesto un nuovo incontro con le istituzioni per tenere monitorato constantemente la situazione: “Abbiamo chiesto al Governo di preoccuparsi a sostenere un settore, quello della microelettronica, che deve diventare sempre più strategico per il Paese. Il Governo deve inoltre farsi parte attiva a pretendere dalla St Microelectronics un reale progetto di rilancio dell’azienda stessa”, conclude Occhiuto.

Preoccupato delle nuove prospettive esposte a Roma dai vertici St, anche il deputato del Movimento Cinque Stelle, Davide Tripiedi:

“Sono più che contento per l’approvazione della risoluzione a mia prima firma che ha chiuso nel migliore dei modi il percorso lungo e sofferto degli ultimi 11 lavoratori della Micron, che il 22 luglio, dalla cassa integrazione sarebbero passati al licenziamento. Ma sono allo stesso tempo profondamente deluso dalla crisi che sta attraversando ST – afferma Tripiedi – Deluso perché anche in questo caso il Governo ha dimostrato la sua incapacità di proporre una seria e duratura politica industriale che valorizzi un settore produttivo ed in continua espansione come quello dei semiconduttori. Senza di questa, è inevitabile che per le aziende e i lavoratori non vi sia futuro. Ed è inevitabile che, proprio a causa della mancanza di politiche lungimiranti, continuino a verificarsi casi come quello di Micron appena risolto e quello nuovo di ST, di dipendenti in bilico tra il lavoro e la disoccupazione. Questo modo sbagliato di agire, deve essere necessariamente cambiato. E va fatto al più presto, per il bene del Paese.”