Monza, la denuncia: “Mio figlio discriminato a scuola perchè gay”

29 settembre 2015 | 12:59
Share0
Monza, la denuncia: “Mio figlio discriminato a scuola perchè gay”

Uno studente di Monza sarebbe stato discriminato a scuola e lasciato in corridoio perché gay. A denunciare l’accaduto è stato il padre del ragazzo

Uno studente di Monza sarebbe stato discriminato a scuola e lasciato in corridoio perché gay. A denunciare l’accaduto è stato il padre del ragazzo che ha scritto una mail al Preside di un istituto cattolico monzese frequentato dal figlio e poi l’ha inviata alla stampa locale. La vicenda è stata pubblicata questa mattina sul Giornale di Monza.

Il ragazzino, secondo quanto riportato nella missiva del genitore, da qualche settimana sarebbe stato costretto a stare fuori dalla classe per una fotografia scattata insieme ad un altro ragazzo e postata su un social network. I carabinieri di Monza stanno verificando l’accaduto.

La versione della scuola però, da una versione diversa dell’accaduto: “Abbiamo agito a tutela del ragazzo, solo in questa ottica – spiega il dirigente scolastico – mercoledì in classe si è saputo di una foto che lo studente ha pubblicato su un social network, una foto che lo ritrae in atteggiamenti equivoci con un altro ragazzino. In classe è scoppiato il caos dopo che la fotografia è stata mostrata ad un insegnante quando già era arrivata nelle mani di tutti i corsisti”. Allora la decisione di farlo uscire dalla classe “mentre alcuni suoi compagni di classe hanno segnalato l’immagine ai gestori del social e l’hanno fatta rimuovere, altri hanno avuto per lui commenti forti – prosegue il preside – facendolo uscire dall’aula, mercoledì, abbiamo voluto proteggerlo, in attesa che arrivasse sua madre che però quel giorno non ha mai risposto al telefono”.

Secondo quanto denunciato nella mail inviata dal patrigno del ragazzo alla presidenza, il sedicenne sarebbe invece stato lasciato fuori dall’aula perché omosessuale: “anche il Santo Padre è stato chiaro sulla questione, figuriamoci se noi ci mettiamo ad emarginare un ragazzo per questo motivo, lunedì tornato a scuola era già in classe – conclude il dirigente scolastico – Non abbiamo risposto alla lettera del patrigno perché non ha diritti legali sul ragazzo.

Attendiamo di parlare con sua madre e con i servizi sociali, che ad oggi non si sono ancora fatti vivi nonostante le nostre ripetute telefonate”.