Lombardia contro la “teoria gender”, ma a Monza e Brianza coro di critiche

7 ottobre 2015 | 15:30
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Lombardia contro la “teoria gender”, ma a Monza e Brianza coro di critiche

Regione Lombardia approva la mozione “anti – gender” nelle scuole. I commenti sulla recente approvazione giungono anche dalla provincia di Monza e Brianza.

Regione Lombardia approva la mozione “anti – gender” nelle scuole. Il provvedimento, che porta la firma della Lega Nord, chiede di “contrastare la diffusione della teoria gender nelle scuole lombarde”. A sostegno del documento, tutto il centrodestra, che ritiene la cosiddetta “teoria gender” un pericolo per i bambini. Contro, invece, le opposizioni Pd, Patto Civico e M5S, che hanno parlato di “disinformazione”. La mozione, che aveva il sostegno anche della Giunta Maroni, è stata approvata a scrutinio segreto.

romeo-massimiliano-lega-nord-regione-mbDopo la fumata bianca al Pirellone, soddisfazione espressa dal capogruppo del Carroccio, Massimiliano Romeo: “Spetti ai genitori l’educazione alla sessualità – sottolineato il monzese, aggiungendo – Oggi il centrosinistra, messo in difficoltà dalle proteste di tante famiglie, è arrivato ad affermare che le teorie gender nella scuola italiana non esistono e non sono mai esistite. Purtroppo, nonostante le minacce di denunce fatte dal ministro Giannini, la questione è reale. Ed è altrettanto vero che le normative contenute nella “buona scuola”, come del resto ha certificato anche la senatrice PD Valeria Fedeli, non fanno altro che aprire la strada all’ingresso ufficiale dell’ideologia gender nelle scuole italiane. Noi però non rinunciamo a dare battaglia su questi temi, che non possono essere monopolio di fanatici, dove l’imperativo è fare tabula rasa delle differenze fra uomo e donna per sacrificarle sull’altare di un non ben precisato individuo nuovo, dall’identità fluida, mutevole  e interscambiabile tra oltre 50 generi differenti. Il tutto, naturalmente, sulla pelle dei bambini costretti a subire ideologiche convinzioni degli adulti”.

Paola Macchi Movimento 5 stelle regione lombardiaNetta la posizione opposta assunta dal Movimento 5 Stelle. «Il M5S Lombardia ha votato contro la mozione della Lega Nord sulle fantomatiche teorie del gender. – spiega Paola Macchi , consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia – In Consiglio regionale la Lega Nord sta perdendo tempo a spese dei lombardi. Si insiste nel parlare di una teoria inesistente: non  ha teorici di riferimento né un supporto bibliografico utile se non scritto da coloro che la contestano. La teoria gender è un’enorme montatura utile a fare terrorismo psicologico che confonde elementi come il rapporto tra sessi, la pianificazione familiare, l’educazione sessuale a scuole e le nuove famiglie lgbt che meritano diritti. E’ un minestrone assurdo e se vogliamo davvero proteggere i nostri figli dovremmo proteggerli dalle panzane dei politici e dalle falsificazioni del dibattito pubblico. L’educazione sessuale e l’educazione all’accettazione di ogni diversità a scuola oltre che utile è fondamentale per costruire una convivenza civile”.

gerosa alessandro selMONZA E BRIANZA – I commenti sulla recente approvazione giungono, proprio in queste ore, anche dalla provincia di Monza e Brianza: «Un fantasma si aggira per la Lombardia: il fantasma del Gender. La regione Lombardia approva una mozione contro l’inesistente teoria del Gender, usata da Lega Nord come nuovo “babau” per terrorizzare non i bambini ma i genitori. La realtà è che, come dimostrano anche casi recenti monzesi, c’è necessità di educare al rispetto e all’accettazione di sé stessi e degli altri, indipendentemente dall’identità o dall’orientamento sessuale» ha spiegato alla nostra redazione Alessandro Gerosa, capogruppo Sel in consiglio comunale a Monza.

viviana bruno presidente meladailabrianzaPosizione netta quella espressa da Viviano Bruno, presidente di MeladailaBrianza,  movimento per i diritti lgbtq: «Forse è meglio ribadirlo fino allo stremo, ma la teoria gender non esiste, esistono invece studi di genere che a quanto pare la Regione Lombardia ignora. La promozione della parità tra i generi, la lotta alla discriminazione, agli stereotipi, l’educazione alle differenze, non introduce nessuna teoria nelle scuole, ma auspica soltanto una crescita culturale che in Italia tanto manca. In Brianza siamo reduci da una vicenda molto triste, e se solo ci fosse stata piu’ informazione, probabilmente avremmo evitato un atto di omofobia così raccapricciante da parte di educatori e insegnanti. Come al solito si fa allarmismo, ostruzionismo e si crea falsa informazione senza rendersi conto che tutto questo, non fa che aumentare la violenza di cui la comunità LGBT è già vittima. Non è una teoria, tra l’altro inesistente, a dover essere fermata, ma sono queste persone che non permettono all’Italia di diventare un paese civile. Sempre ardono i falò della libertà. Per fede, per potere, per fanatismo, forse è arrivato il momento di armarsi di tanta acqua».