Ripensare il territorio con la “Grande Brianza”: utopia o possibilità concreta?

Sono diversi giorni che sulle pagine di MBNews si sta sviluppando il dibattito sul futuro della Brianza. Ecco l’intervento di Renato Ornaghi, appassionato di storia Locale.
Gentile MB News,
ho letto con piacere sulle vostre pagine l’articolo dedicato alla “lettera aperta” del Presidente Gigi Ponti, circa la necessità di ripensare il nostro territorio, ove per territorio egli si riferisce a quella ampia fascia di terra lombarda collocata tra l’area metropolitana di Milano e il Lario, una terra in cui la programmazione di lungo periodo è stata sinora nelle mani non di una, ma ben di tre (per non dire quattro) Province.
Riporto la frase chiave di Ponti: “la Brianza [monzese] deve guardare anche a Como e a Lecco come possibili partner naturali, per sviluppare un progetto di rete in grado di competere con le aree più sfidanti del Paese”. Come non sottoscrivere?
Si sta ragionando di un territorio “area vasta” – che ormai tutti chiamano Grande Brianza, quasi speculare e complementare alla Grande Milano – composto da quasi150 Comuni ed estremamente omogeneo dal punto di vista economico, sociale, organizzativo. Un territorio che ha manifestato nei decenni e manifesta tuttora una “tenuta identitaria” incredibile, la quale regge, resiste non scalfita nonostante tutti gli sforzi messi in campo per sfilacciarla e svilirla, se non deriderla (basti pensare a quanto di negativo nell’immaginario collettivo italiano è stato prodotto, nei confronti della Brianza). Un territorio che è quasi uno Stato nello Stato, (piccola Patria, lo definì lo storico Giorgio Rumi) ricco di manifatturiero e con notevoli venature di terziario avanzato e di agricoltura di eccellenza, abitato da circa due milioni di abitanti che si sentono orgogliosamente brianzoli, e tutto questo senza avere il supporto di una politica di programmazione univoca e organica.
Ora, finalmente, leggo un politico del territorio che rileva la necessità di ripensare questa realtà viva e pulsante, in forte rottura con l’esistente e stagnante status quo. Quale potrebbe essere lo scenario della Brianza del futuro? Distretto allargato, area metropolitana, o cosa altro? Occorre in ogni caso ridefinire e rimettere a fuoco gli obiettivi di questo territorio, che ha dato mostra di grande coesione in questo ultimo decennio di crisi. Creando modelli organizzativi e di programmazione nuovi, magari poi esportabili anche in altri ambiti territoriali. Grande Brianza come nuovo laboratorio politico-amministrativo e di idee, per superare il vetusto modello “ a spezzatino” provinciale? Davvero, non vedo perché no.
Ringrazio per l’attenzione e saluto cordialmente, Renato Ornaghi (Storico e studioso di tradizioni locali)