Gav, Speciale: le comete

5 gennaio 2016 | 00:00
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Gav, Speciale: le comete

Prima di parlarvi di comete in generale, vogliamo richiamare la vostra attenzione su una cometa che abbiamo sopra la nostra testa in questo periodo la C/2013 US10 Catalina.

Prima di parlarvi di comete in generale, vogliamo richiamare la vostra attenzione su una cometa che abbiamo sopra la nostra testa in questo periodo la C/2013 US10 Catalina: a inizio mese si trova nella costellazione della Vergine con magnitudine 4,9; a fine mese si trova vicino alla stella polare con magnitudine 6,4. In pratica è visibile a inizio mese dopo la 1,00 verso est e, a fine mese, dalla sera alla mattina utilizzando almeno un binocolo. Per comodità rimando ad una cartina del cielo con il percorso fra le costellazioni che la cometa farà nei prossimi giorni. Sono indicati ogni 3 giorni, il giorno, il mese e la magnitudine (luminosità) della cometa.

Nel sistema solare ci sono tre zone in cui giacciono corpi più piccoli dei pianeti.

La prima zona è la “fascia principale degli asteroidi” e si trova fra Marte e Giove. Fra tutti questi corpi quelli di dimensione maggiore sono Cerere, Vesta, Pallade, Igea…..

La seconda zona è chiamata “Fascia di Kuiper” e si estende oltre l’orbita di Nettuno (ultimo pianeta) quindi da 30 fino a 100 U.A. circa e comprende milioni di oggetti fra cui Plutone, Eris, Makemake, Haumea, Sedna, 2007OR10, Quaoar, Orcus sono i maggiori fino ad ora conosciuti.

L’ultima zona che non si ritiene sia una fascia, ma un guscio che circonda il sistema solare, si estende fra 30.000 U.A. e 100.000 U.A.(circa 1,5 a.l. per cui fino quasi ai confini del sistema solare). Si ritiene che questo guscio contenga miliardi di piccoli corpi ricoperti da ghiaccio di dimensioni 5-10 km di diametro che a volte, a causa di perturbazioni, lasciano la loro orbita e, attratti dal sole, diventano comete.

Alcune di esse subiscono delle perturbazioni  da parte dei pianeti maggiori e modificano la loro orbita in ellittica  (comete periodiche). Altre con orbite iperboliche o paraboliche ci fanno visita e poi se ne vanno per sempre. Le comete periodiche per la maggior parte del tempo sono lontane dal Sole ed invisibili ma, quando si avvicinano ad esso, gli strati superficiali si scaldano ed emettono gas e polveri. Questi, sospinti dal vento solare diventano visibili costituendo le ben note code. Le code raggiungono decine di milioni di km e sono sempre rivolte dalla parte opposta al Sole, sia che la cometa si sta avvicinando o allontanando da esso.

L’ultima cometa che si è mostrata in tutto il suo splendore è la Hale-Bopp che qui vediamo fotografata da M. Saini ed il sottoscritto il 5 aprile 1997 dal Passo del Pertus.

Questa altra immagine mostra il getto iniziale della cometa 9P/Tempel 1 dopo l’impatto con il proiettile (circa 400 kg) lanciato dalla sonda Deep Impact il 4 luglio 2005 ore 7, 52.

Una delle ultime missioni riguardanti le comete è quella della sonda Rosetta lanciata nel 2004 per raggiungere la cometa Churyumov-Gerasimenko nel 2014. La sonda ha sganciato un lander (Philae) che è atterrato e rimbalzato più volte sulla superficie della cometa nel novembre del 2014.

Nonostante la difficoltà nel rintracciare il luogo dove ora si trova il lander si sono potuti comunque effettuare interessanti studi sulla composizione chimica del piccolo corpo celeste: ammoniaca, acqua, anidride carbonica, monossido di carbonio, metano, metanolo, formaldeide, acido solfidrico, acido cianidrico, anidride solforosa e solfuro di carbonio.

Le osservazioni dei vari strumenti di bordo come OSIRIS hanno individuato 19 regioni separate da confini geo-morfologici distinti, raggruppati in 5 categorie in base al tipo di terreno dominante. Gran parte dell’emisfero nord è ricoperto da polveri. L’avvicinarsi della cometa al Sole fa si che questa si riscaldi trasformando il ghiaccio sulla superficie direttamente in gas che va poi a formare la coda della cometa. Le polveri viaggiano insieme ai gas ad una velocità ridotta e le particelle che non raggiungono una velocità tale da vincere la debole gravità, ricadono sulla superficie.

L’albedo della cometa (la riflessione della luce che la colpisce) è del 6%: è uno degli oggetti più scuri del sistema solare. Una riflettenza così bassa (propria di tutte le comete) è legata alla presenza di minerali opachi come solfuri ferrosi ma anche di composti contenenti carbonio.

Buona osservazione a tutti.