Il cielo del mese in Brianza: febbraio 2016

1 febbraio 2016 | 00:10
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Il cielo del mese in Brianza: febbraio 2016

Il mese di febbraio ci offre la possibilità di osservare parecchi degli oggetti più belli della volta celeste.

Il mese di febbraio ci offre la possibilità di osservare parecchi degli oggetti più belli della volta celeste.

Cominciamo con i pianeti: il 1 febbraio si potrà rintracciare Marte all’alba perché si trova circa 2° a sud della Luna.

Il 4 la Luna sorge intorno alle 4 del mattino e si troverà vicino a Saturno che si potrà quindi osservare fino al sorgere del Sole.

Il 12 fino alle 22 Urano si troverà circa 3° a nord della Luna. In questo periodo il pianeta non si può osservare ad occhio nudo, ma occorre almeno un piccolo telescopio con un centinaio di ingrandimenti per apprezzarne un dischetto verde azzurro.

Il giorno 15 la Luna viene a trovarsi vicino ad Aldebaran la α della costellazione del Toro di magnitudine di poco inferiore a 1.

Il 22 la Luna si trova vicino a Regolo (α Leo) la stella più luminosa nella costellazione del Leone, di magnitudine circa 1,4 e quindi più debole di Aldebaran perché nella scala di magnitudini più si sale e più la luminosità diminuisce. Ad est, a circa il doppio della distanza fra la Luna e Regolo, (vedi riferimento) si trova il pianeta Giove, molto luminoso. Giove si farà osservare per parecchi mesi ad ore sempre più comode.

Il 24 febbraio avremo il massimo della luminosità della cometa P/Ikeya-Murakami (P/2010 V1) di magnitudine 8,5 e quindi visibile solo con telescopi non troppo piccoli, ma si può comunque tentare prendendo come riferimento questa cartina, che ne descrive il percorso in cielo nei vari giorni.

Passiamo ora agli oggetti del profondo cielo, cioè a quegli oggetti che si trovano al di fuori del Sistema Solare ad anni luce di distanza (ricordiamo che 1 anno luce equivale a circa 9.460.000.000.000 Km).

M45 è l’ammasso aperto delle Pleiadi; a occhio nudo si riescono a distinguere le 6 stelle più luminose che formano un piccolissimo carro nella costellazione del Toro. In realtà l’ammasso è costituito da più di 150 stelle giovani di colore blu che sono legate gravitazionalmente fra di loro. La visione migliore si ottiene con un binocolo o con telescopi a piccoli ingrandimenti.

M42 è una nebulosa nella costellazione di Orione; anche questo oggetto è visibile ad occhio nudo come una leggera nebbia o foschia intorno alla stella Theta Ori. La nebulosa è una fucina di stelle: all’interno della sua zona più luminosa c’è il “trapezio” , una serie di stelle luminose nascoste appunto dalla luminosità della nebulosa. Più a nord proprio sotto la stella Alnitak (che è la prima a sinistra delle stelle che formano la cintura di Orione) è situata la nebulosa oscura più famosa IC434  “Testa di cavallo”. Questa nebulosa si può osservare solo con grandi telescopi, ma può essere facilmente fotografata anche con i soli obiettivi di una macchina fotografica. Ovviamente sono necessarie lunghe esposizioni e per questo è meglio che il “cavalletto” sia dotato di moto orario che compensa la rotazione terrestre.

Nella costellazione del Monoceros (Unicorno) c’è un’altra nebulosa molto appariscente (ma non visibile ad occhio nudo) che abbraccia l’ammasso aperto NGC2244.

Altro ancora lo potete trovare sul nostro sito http://www.gav.altervista.org
Le simulazioni e le descrizioni degli oggetti celesti sono realizzate con il programma “Perseus” di Filippo Riccio http://www.perseus.it/.