Monza, viale Lombardia: 80 famiglie “ghettizzate” dalle barriere

16 febbraio 2016 | 23:49
Share0
Monza, viale Lombardia: 80 famiglie “ghettizzate” dalle barriere

Quindici giorni fa si è tenuta l’ultima consulta cittadina: presto saranno istituiti i 30km/h, ma per i residenti non basta ad ovviare i problemi.

«Ci sentiamo abbandonati, la situazione in questo tratto di viale Lombardia è divenuta invivibile. Le barriere anti rumore ci hanno resi “ghettizzati” rispetto al resto della città». A parlare sono i residenti del tratto sud della strada statale monzese che due anni fa hanno deciso di fare quadrato e costituire un comitato. “Viale Lombardia 246”, questo il nome della associazione che si adopera per rappresentare le oltre 80 famiglie presenti nelle palazzine del civico monzese presenti sulla SS36.

monza viale lombardia tratto sud protesta mb 4Tutto è nato nel 2014 quando, dopo anni di disagi dovuti ai lunghi lavori del cantiere di realizzazione del tunnel, i cittadini e le imprese del tratto Sud si sono senti danneggiati da un piano che, a loro dire, ha riqualificato la superficie del viale su tutto il tratto ad eccezione del segmento Sud in direzione Milano (Leggi l’articolo). Oggi, 16 febbraio, come allora ad essere sotto accusa sono le barriere anti rumore: «Il malposizionamento delle barriere anti rumore di fatto peggiorano, anziché riqualificare, l’intera zona interessata, sia sul piano viabilistico che della sicurezza – spiega Fabrizio Mauri, tra i portavoce del comitato – Oggi, come due anni fa, ci troviamo a manifestare il nostro malcontento per le barriere posizionate. Anche le richieste non sono mutate: chiediamo che vengano spostate due metri più indietro e che vengano allineate, da una parte, con l’uscita del tunnel, dall’altra, con lo svincolo in direzione Milano. Allo stato attuale, infatti, non vi è alcuna disponibilità di parcheggio per non parlare della questione sicurezza». A questo poi si aggiunge la situazione presente in via Scrivia: troppo stretta e troppo buia, la piccola arteria costituisce oggi il solo punto di accesso al quartiere San Fruttuoso. «Chiediamo che venga allargata di un paio di metri e che vengano aggiunti un marciapiede e adeguata illuminazione in quanto oggi è poco sicura sia per i ciclisti che per i pedoni che la attraversano».

monza viale lombardia barriere anti rumore mb2Quindici giorni fa si è tenuta l’ultima consulta cittadina e, dal racconto del Comitato, è emerso che presto saranno istituiti i 30km/h, ma per i residenti non basta ad ovviare i problemi che da due anni a questa parte li attanaglia. «Non ci sentiamo ascoltati. A causa degli spazi ridotti amici e parenti non possono neppure venire a farci visita. Siamo ghettizzati – commenta Davide Cappellini, tesoriere del comitato – Due anni fa abbiamo raccolto oltre mille firme ma anche queste non sono state tenute in considerazione. Alcuni di noi hanno anche dei genitori disabili e le barriere, allo stato attuale, costituiscono un ostacolo anche per i loro normali spostamenti. Siamo oltre 80 famiglie ma pare proprio che della nostra situazione non importi a nessuno, ci sentiamo abbandonati e alla mercè di noi stessi».

Sulla questione si è espresso l’Assessore alla Sicurezza del Comune di Monza, Paolo Confalonieri. «Sulla questione delle barriere anti rumore la parola “fine” è stata scritta due anni fa quando, nella autorevole sede della Prefettura di Monza e Brianza, è stata assunta la decisione davanti agli organi competenti di come porre in essere il progetto. Non possiamo certamente mettere in discussione oggi la decisione presa allora al tavolo del Prefetto. Io, e come me tutta l’Amministrazione, abbiamo molto rispetto per le difficoltà di tutti i cittadini ma non si può annullare quanto deciso in quella autorevole sede.  Sulla via Scrivia – prosegue Confalonieri – invece si ragionerà sul da farsi. Il primo marzo ci sarà una riunione di consulta dove si discuterà, tra le altre cose, della possibile istituzione della zona 30km/h, non solo nel controviale, ma in tutto il quartiere San Fruttuoso, ad esclusione delle vie principali. Ricordo, oggi come allora, che la SS36 non è una strada di proprietà comunale bensì di Anas, ente che due anni fa ha stilato il progetto che prevedeva il posizionamento delle suddette barriere secondo precisi calcoli e studi approfonditi».