“Spazi Sognanti” in mostra all’Urban Center di Monza

4 marzo 2016 | 00:01
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“Spazi Sognanti” in mostra all’Urban Center di Monza

L’esposizione è frutto di due specializzande del corso di Terapeutica Artistica dell’Accademia di Belle Arti di Brera con le mamme e i bambini delle Comunità educative “Primule” e “Campanelle” del Centro Mamma Rita.

C’è tempo fino al 6 marzo per visitare “Spazi Sognanti” presso la Sala Espositiva dell’Urban Center di Monza.

L’esposizione è frutto di un’opera condivisa realizzata da due specializzande del corso di Terapeutica Artistica dell’Accademia di Belle Arti di Brera con le mamme e i bambini delle Comunità educative “Primule” e “Campanelle” del Centro Mamma Rita.

“Il progetto Spazi Sognanti – raccontano le specializzande Lisa Loi e Silvia Scuratti –  nasce da una profonda riflessione sul tema della casa, come luogo di intimità protetta per madre e figlio. Mamme e bambini costruiscono la loro dimora, un ambiente magico nel quale è possibile accrescere la relazione tramite il gioco, il sogno, la fiaba. L’obiettivo del laboratorio sperimentale di Terapeutica Artistica è stato quello di creare un tempo e uno spazio per sé e il proprio bambino all’interno di una comunità educativa. Si è trattato di uno spazio di benessere, dove è stato possibile attraverso i materiali artistici esplorare ed elaborare sentimenti ed emozioni.  Creando insieme, mamme e bambini rinforzano infatti il loro legame speciale, superando possibili momenti di incertezza e conflitti. E’ venuta così alla luce una grande opera condivisa, un piccolo villaggio di Spazi Sognanti”.

Le studentesse stanno concludendo il biennio di secondo livello in Terapeutica Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. La Terapeutica Artistica è una disciplina che aiuta a  metabolizzare il disagio, l’angoscia e le emozioni attraverso la creazione artistica, permettendo così di dare loro forma tangibile. Il progetto è stato svolto con le Comunità educative “Campanelle” e “Primule” del Centro Mamma Rita, che accolgono mamme e bambini in situazioni di grave difficoltà sociale e familiare fino al ritorno all’autonomia.

“La partecipazione al Progetto – riferisce Sorella Patrizia, Responsabile Pedagogica –  è stato ben accolto dalle Comunità perché offriva stimoli e risorse coerenti con l’inserimento dei nuclei in comunità. Infatti ha valorizzato l’apporto dei bambini (2-10 anni), ha incrementato la collaborazione tra le mamme, ha favorito il confronto delle mamme con le specializzande, ma soprattutto con le educatrici delle Comunità su uno spazio nuovo di intervento che ha messo in luce abilità artistiche e manuali non ancora sperimentate”.

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