Barlassina, al Teatro Belloni la lirica che fa cultura per tutti

13 aprile 2016 | 10:31
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Barlassina, al Teatro Belloni la lirica che fa cultura per tutti

Chi l’avrebbe mai detto che un teatro di provincia dedicato alla lirica avrebbe avuto tanto successo.

Chi l’avrebbe mai detto che un teatro di provincia dedicato alla lirica avrebbe avuto tanto successo. Eppure è quello che sta succedendo al Teatro Belloni di Barlassina, al punto di aprirsi gratuitamente a due categorie normalmente trascurate dalle proposte culturali di alto livello: i più giovani e i più anziani. 

«Con i ragazzi delle scuole medie della zona (per ora hanno aderito Barlassina e Seveso, ndr) stiamo portando avanti una collaborazione costante – racconta il direttore artistico Andrea Scarduelli -. Li prepariamo con una sorta di lezione introduttiva e li invitiamo ai concerti insieme ai loro dirigenti scolastici. Soprattutto, incoraggiamo la loro curiosità: i ragazzi hanno la possibilità di parlare con i cantanti e con la pianista, alcuni stanno con noi dietro le quinte, vedono da vicino come funziona un teatro».

Al Belloni sono approdati anche gli ospiti di una casa di riposo di Lissone. «È stata una nostra abbonata a darci l’idea – spiega Scarduelli -. Ma non mi andava di fare il solito concertino all’interno di una struttura per anziani: volevo che queste persone realizzassero un sogno, assistendo a uno spettacolo di lirica all’interno di un teatro elegante». E così sabato 9 aprile sono stati organizzati dei pullmini per trasportare un gruppo di anziani al Teatro Belloni, che hanno seguito le prove per il concerto “Il tenore romantico”. «Sono iniziative come queste che danno senso al mio impegno – ha dichiarato Scarduelli -. Anche i cantanti erano così coinvolti emotivamente che nessuno di loro ha voluto risparmiarsi la voce per il concerto della sera, come si fa di solito. È stata un’esperienza bellissima, che ripeteremo».

Ma a cosa si deve il successo di un teatro con appena 98 posti a sedere, che propone spettacoli che non possono certo essere definiti “nazionalpopolari” né per le tematiche né per il prezzo del biglietto (25 euro), e che pure riesce ad attirare nella piccola Barlassina spettatori che vengono da sempre più lontano? «Siamo riusciti ad intercettare un bisogno di cultura che finora non trovava risposta – prova a spiegare il direttore artistico, ideatore del format dei “concerti narrati” -. Ogni volta cerchiamo di proporre qualcosa di nuovo, inserendo un particolare diverso, facendo crescere il pubblico insieme a noi e continuando a migliorare». L’intenzione è, sempre, quella di crescere, pur restando “il teatro d’opera più piccolo al mondo”. E c’è già una notizia che fa pensare a sviluppi interessanti per il futuro: il teatro costruito dalla famiglia Belloni potrebbe diventare la sede di un centro internazionale dedicato alla neuromusicologia, la scienza che studia l’influenza della musica sul cervello umano e sulle emozioni. «A proporcelo è stato il professor Vittorio Sironi in seguito al concerto incentrato sul tema della pazzia nell’opera (tenutosi a inizio febbraio, ndr) – racconta Scarduelli -. In quell’occasione abbiamo provato a raccontare come diversi autori hanno interpretato e portato sulla scena i disturbi psicologici. Il professore ne è stato così colpito che ha avanzato l’idea di portare a Barlassina i più grandi studiosi mondiali di questa disciplina».