Gabriele Cirilli al Teatro Manzoni: quando da un hashtag nasce la comicità

Le foto di Instagram come le diapositive di una volta: perché un’immagine è importante soprattutto per le storie che fa raccontare… e per le risate che fa scoppiare. Gabriele Cirilli ci racconta il suo nuovo show
Sabato 16 aprile alle ore 21.00 Gabriele Cirilli porta il suo spettacolo comico #TaleEQualeAMe, con la regia di Gabriele Guidi, al Teatro Manzoni di Monza. Insomma, il comico abruzzese gioca in casa: «Vivo a Monza da 15 anni, ormai sono un brianzolo di adozione – racconta -. Monza mi piace perché è una piccola Milano: una grande città che in fondo resta un paese. E in più c’è il parco della Villa Reale, tra i più grandi parchi recintati in Europa: lo adoro».
Gabriele, perché quell’hashtag nel titolo? «Perché è proprio con un hashtag su Instagram che è nata l’idea dello spettacolo – spiega -. Ero a cena, facevo vedere delle foto ai miei amici, abbiamo cominciato a scherzare… e mi sono reso conto che le foto di Instagram non sono altro che un’alternativa alle diapositive, suddivise non per album, ma per hashtag». Ogni foto diventa così il pretesto per un aneddoto, una storia o una battuta, proprio come si fa tra amici. «Per esempio, faccio vedere una foto di quando io e mia moglie eravamo ragazzi, da fidanzati – continua Cirilli -. Da lì parte in realtà un mio monologo sulla vita di coppia. O, ancora, una mia foto sulla neve dà il via ai racconti delle mie pessime esperienze sugli sci». Un album di famiglia aperto al pubblico, insomma, in cui ogni frammento di ricordo viene recuperato da una soffitta delle emozioni, per condividerlo, live, con il pubblico. E sui social, che Cirilli dichiara di usare spesso e in prima persona. E perché “tale e quale a me”? «Perché solo sul palco riesco ad essere me stesso»: come ogni attore, d’altra parte.
Anche se, sul palcoscenico, l’attore lanciato da Zelig con il tormentone “Chi è Tatiana?!” si esibirà in qualcuna delle imitazioni dello show quasi omonimo. «#TaleEQualeAMe è uno spettacolo completo, c’è dentro praticamente tutta la mia vita: e quindi i monologhi ma anche le imitazioni, la musica, tutto quanto». Qual è il personaggio più divertente da interpretare? «Difficile rispondere. Forse PSY, il rapper coreano di Gangnam style. Anche se mi sono sempre divertito ad interpretare donne e personaggi femminili. Tra i più gratificanti, invece, tutti quelli che richiedevano anche una tecnica che andava al di là di quella di un normale attore, come Luciano Pavarotti».